Fisco, verso riforma light: così l’agenzia delle Entrate punta ad ammorbidire i controlli
Per la riforma del fisco dovrebbe essere la volta buona, con novità rilevanti anche in tema di sanzioni: quelle sull’Iva potrebbero scendere al 60% dall’attuale livello superiore al 200. E per arrivare alla stesura delle nuove regole non sarà buttato il lavoro di approfondimento che era stato fatto lo scorso anno, in particolare in Parlamento. Lo ha promesso Maurizio Leo, viceministro delle Finanze, che ieri è intervenuto alla presentazione dei volumi dell’indagine conoscitiva realizzata nella precedente legislatura dalle commissioni Finanze di Camera e Senato. A presentarli, insieme con gli allora presidenti Luigi Marattin e Luciano D’Alfonso, anche Marco Osnato e Massimo Garavaglia che sono subentrati alla guida delle due commissioni in questa legislatura. Quell’indagine, durata 6 mesi con oltre 60 tra audizioni e contributi, non è si è trasformata in norme operative per lo scioglimento delle Camere. «Speriamo possa essere utile anche per il governo Meloni», ha commentato Marattin, mentre per D’Alfonso occorre «evitare che ogni volta in Italia si ricominci da zero». «Raccolgo il testimone, la delega che stiamo pensando prende le mosse dal lavoro che è stato fatto» ha confermato Leo aggiungendo di essere pronto a fare «tesoro dei suggerimenti».
La riforma che ha in mente il viceministro, e che sotto forma di legge delega dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri al più tardi ai primi di marzo, consiste di quattro grandi capitoli: principi generali, tributi, procedimenti e materiali, nel senso di codificazione in testi unici. Nella terza parte, quella dei procedimenti, rientra anche l’idea del concordato preventivo biennale, che per Leo è uno strumento per dare concretezza alla lotta all’evasione: «L’amministrazione finanziaria ha a disposizione tante di quelle informazioni, tra fatturazione elettronica e banche dati, che può dire al contribuente: “questo è il tuo reddito”, se poi tu non accetti, farò accertamenti, se accetti ti lascio libero per due anni». Da rivedere anche il sistema sanzionatorio, per renderlo meno penalizzante nei confronti del contribuente. Il viceministro ha fatto un esempio specifico: «Oggi la sanzione Iva va dal 120 al 240%, è fuori linea con i partner Ue e bisogna portarla almeno al livello del 60%».
La riscossione
Ma si parla di riforma pure per la riscossione. Era stata la Corte dei Conti nei giorni scorsi a sollecitare un intervento e ieri è tornato sul tema il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, sottolineando che questo aspetto farà parte della revisione generale. «È da molto tempo che noi cerchiamo di sollecitare ed evidenziare questa tematica, perché la riscossione è la cartina di tornasole di tutto il sistema tributario e di tutta l’attività dell’amministrazione finanziaria e anche della Guardia di Finanza» ha spiegato Ruffini.
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