Carri armati a Kiev, Biden: “Non è un’offensiva contro Mosca”. E ringrazia l’Italia per “l’artiglieria”. Zelensky: “Ora caccia e missili a lungo raggio”

La Germania dà il via libera ai suoi Leopard 2, gli Usa ufficializzano l’invio dei loro Abrams M1. Così l’Ucraina riceverà nei prossimi mesi oltre 100 tank. Come atteso, infatti, il presidente americano Joe Biden ha annunciato la consegna di 31 carri armati Abrams M1, per un valore di 400 milioni di dollari. Era la condizione richiesta da Berlino e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz per autorizzare a sua volta l’invio dei Leopard 2 da parte della stessa Germania e degli alleati europei, dalla Polonia alla Spagna, che stanno discutendo il trasferimento di 80 tank. “Gli Abrams sono i più potenti al mondo“, ha detto Biden, aggiungendo però che a suo avviso “non c’è nessuna minaccia alla Russia in tutto questo”.

“Aiutiamo l’Ucraina a difendersi, la nostra non è un’offensiva contro Mosca”, ha sostenuto il presidente americano, che nel corso del suo discorso ha voluto ringraziare anche l’Italia – insieme ad altri Paesi – nello specifico per “l’invio di artiglieria” all’Ucraina. Gli italiani così, attraverso le parole di Biden, arrivano a conoscere almeno una parte del contenuto del sesto pacchetto di armi che Roma consegnerà a Kiev. Martedì la Camera ha approvato in via definitiva – contrari solo M5s e Verdi-Sinistra – il decreto Ucraina che autorizza il governo a continuare con il sostegno militare per tutto il 2023. Ci sono stati solo nel 2022 cinque invii di armi e nel pomeriggio il ministro della Difesa Guido Crosetto ha illustrato al Copasir i contenuti del sesto pacchetto, il primo adottato dal foverno presieduto da Giorgia Meloni. Dovrebbero esserci i missili terra-aria Samp-T, di fabbricazione italo-francese, ma su quali mezzi militari vengano mandati a Kiev il governo Meloni – seguendo la linea Draghi – continua a porre il segreto.

La telefonata fra i leader – L’annuncio Usa fa seguito a una serie di consultazioni “a tutti i livelli” con i leader e i responsabili della Difesa europei, ha detto spiegato un alto funzionario dell’amministrazione Biden. Poco prima del discorso alla Casa Bianca, infatti, il presidente Usa ha avuto una “lunga conversazione” con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il presidente francese, Emmanuel Macron, il premier britannico, Rishi Sunak e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Siamo uniti nel sostegno all’Ucraina”, ha detto Biden, spiegando di aver parlato “più volte” in particolare con il cancelliere Scholz. “La Germania non mi ha costretto a cambiare idea“, ha voluto poi sottolineare Biden rispondendo a chi gli chiedeva come mai avesse deciso ora l’invio di tank all’Ucraina.

La reazione di Zelensky – Il presidente ucraino ha festeggiato su Twitter l’ufficializzazione delle forniture occidentali: “Grazie al presidente Usa Joe Biden per una nuova decisione potente, quella di fornire gli Abrams all’Ucraina. Grazie al popolo Usa per il sostegno alla leadership! È un passo importante sulla strada della vittoria” ha scritto su Twitter. Ma l’euforia è durata poco. E’ stato lo stesso Zelensky, infatti, ad “aggiornare” le richieste di Kiev durante l’ormai consueto discorso serale, riportato da Ukrinform: “Ho parlato oggi con il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg. Dobbiamo aprire la fornitura di missili a lungo raggio all’Ucraina, è importante: dobbiamo anche espandere la nostra cooperazione nell’artiglieria” e rendere possibile “la fornitura di aerei per l’Ucraina”, ha detto il presidente ucraino.

Per la consegna “ci vorranno mesi” – “Gli Abrams sono i tank più potenti al mondo“, ha rivendicato Biden annunciando l’invio dei 31 carri armati. Per Washington però si tratta di un “impegno a lungo termine“: i 31 tank che gli Stati Uniti invieranno all’Ucraina verranno “appositamente prodotti” e non saranno prelevati dall’arsenale del Pentagono, come ha riferito in un briefing riservato un alto funzionario dell’amministrazione. Ci vorranno quindi “mesi” per l’effettiva consegna dei carri armati. Anche il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha d’altronde sottolineato che i carri armati Leopard 2 dalla Germania potrebbero essere consegnati all’Ucraina in circa tre mesi. L’addestramento della forze di Kiev sui carri armati Abrams “inizierà presto“, ha assicurato Biden, precisando però che gli Abrams sono tank molto complessi e “ci vorrà tempo“. La fornitura degli Abrams equivale a un “battaglione“, ha detto il presidente Usa parlando alla Casa Bianca, mentre alle sue spalle erano presenti il segretario alla Difesa Lloyd Austin e il segretario di Stato, Antony Blinken. Gli Usa, ha aggiunto, forniranno a Kiev anche le parti di ricambio e l’equipaggiamento necessario per la gestione dei tank.

Il ringraziamento a Roma – L’Italia sta fornendo “artiglieria” all’Ucraina, ha anche dichiarato il presidente degli Stati Uniti, elencando i Paesi dell’alleanza che stanno contribuendo alla difesa di Kiev con sistemi di difesa aerea, artiglieria e veicoli blindati, citando tra gli altri, oltre l’Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Olanda, Slovacchia, Canada, Norvegia, Polonia e Svezia. Biden ha citato l’Italia per il fatto che “sta inviando artiglieria” in Ucraina, tra i Paesi a cui sono andati i suoi ringraziamenti per il “continuo intensificare l’impegno“.

L’accusa a Putin: “Si sbaglia” – I tank, ha proseguito Biden, consentiranno a Kiev di “difendere” il proprio territorio e di conseguire “obiettivi strategici“, rafforzando le sue capacità a “lungo termine”. Se la Russia ritirasse le sue truppe, la guerra potrebbe finire “oggi”, ha proseguito Biden. Vladimir Putin, ha detto ancora il presidente Usa, “si sbagliava” all’inizio della guerra e “continua a sbagliarsi” oggi. “La Russia si aspettava che ci saremmo divisi” e invece “siamo pienamente, totalmente e completamente uniti“, ha dichiarato. “Restiamo uniti e determinati come sempre nella nostra convinzione e nella nostra causa“, ha concluso Biden.

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