Terremoto, oltre 30 scosse nel canale di Sicilia: cosa succede? Il geologo: «Ecco quando può scattare l’allerta». Il caso dell’isola emersa dal nulla due secoli fa

Prosegue lo sciame sismico che da giorni si sta verificando a sud di Malta e le cui scosse si sono avvertite anche in Sicilia, in particolar modo a Ragusa, Siracusa e Catania. I ripetuti terremoti sono iniziati il 18 gennaio e proseguono ancora oggi (25 gennaio, ndr.). La scossa più forte, con Magnitudo 5.6 e ad una profondità di 16 km, è stata registrata alle ore 21:25 del 24 gennaio. Per inquadrare il fenomeno e le sue eventuali ripercussioni, abbiamo chiesto un parere all’esperto geologo Alessandro Amato, Centro Allerta Tsunami (Cat) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

Cosa è successo

A partire dal 18 gennaio ci sono stati 30 terremoti (anche di più se si contano quelli di piccole dimensioni) con epicentro a Malta. Le scosse sono state avvertite anche nella parte sudorientale della Sicilia. «A sud dell’isola di Malta fenomeni del genere avvengono spesso data l’attività sismica che c’è e che noi osserviamo e monitoriamo puntualmente», spiega il dottor Amato.
 

L’isola maltese è legata all’isola di Lampedusa per questioni geografiche e per gli effetti dei terremoti: «Esiste un processo di estensione crostale, da Sud-Est a Nord-Ovest, tra la Sicilia e l’Africa. Tra la Sicilia e l’isola di Lampedusa ci sono delle faglie attive che si muovono perchè c’è un allontanamento della Sicilia dal blocco cosiddetto “Nubia” (cioè l’Africa). Si crea così un continuo accumulo di deformazione estensionale lungo questo bordo, ovvero la zona ribassata dalle faglie le quali si muovono e creano i terremoti come quello di ieri sera e di questi giorni». Il dottor Amato spiega che il fenomeno però non è molto forte, considerando l’instabilità della zona, e l’estensione crostale è di 1-2 millimetri all’anno. Il Mediterraneo è pieno di zone attive dal punto di vista sismico, dato che le faglie sono sotto il mare.

Pericolo in vista?

«Potrebbero esserci nuovi terremoti più forti ma la zona è poco conosciuta. Scosse così forti non avvengono tanto spesso ma è anche vero che quella zona è attiva. Consideriamo che i terremoti di Malta sono leggermente sopra la media (5.5 di Magnitudo) ma una vera è propria allerta scatta quando si raggiunge Magnitudo 6.0 in poi». Il dottor Amato ha sottolineato come il fenomeno sia seguito dall’Ingv: «Non è il caso di allarmarsi perchè tutto ciò avviene lontano dalle coste ma se le scosse dovessero aumentare allora ci potrebbero essere danni a Lampedusa». Il terremoto più violento di Malta è stato quello del 1693 con epicentro nella Val di Noto.

I precedenti 

Avete mai sentito parlare della Ferdinandea? Si tratta di un’isola (ìsula Firdinandea in siciliano, ndr) composta da una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 6 metri dalla superficie marina, nel canale di Sicilia, tra Sciacca e l’isola di Pantelleria. La sua origine è figlia dei resti di un apparato vulcanico che emerse nel 1831 – a seguito dell’eruzione sottomarina di un vulcano – dall’acqua formando l’isola, la quale crebbe fino ad una superficie di circa 4 km² e 65 m di altezza.

La sua è una composizione di tefrite, materiale roccioso eruttivo facilmente erodibile dall’azione delle onde: questo ha fatto sì che la «vita» dell’isola Ferdinandea non fu molto lunga. Sebbene la sua sovranità sia ancora incerta, a seguito di un episodio eruttivo ci fu un rapido smantellamento erosivo dell’isola che scomparve definitivamente sotto le onde nel gennaio del 1832. 

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