Dirigente Google licenziato accusa: «Mandato via perché ho rifiutato le avances del mio capo donna»
Un dirigente di Google ha raccontato di esser stato licenziato dopo aver rifiutato le avances di un suo superiore durante una cena aziendale. Lui si chiama Ryan Olohan, ha 48 anni, e ha accusato Google e uno dei suoi massimi dirigenti, Tiffany Miller, di averlo licenziato dopo che la stessa Miller lo aveva «palpeggiato» in un ristorante nel dicembre 2019 e gli aveva detto di sapere che gli piacevano le donne asiatiche (come lei). Lei, secondo alcuni documenti del tribunale citati dal New York Post, avrebbe toccato gli addominali di Olohan, complimentandosi con lui con il suo fisico e lamentandosi del suo matrimonio.
Olohan ha detto di aver segnalato il problema al dipartimento delle risorse umane di Google la settimana successiva, ma dal reclamo non è mai venuto fuori nulla. A quel punto sarebbe cominciata la “vendetta”: secondo il dirigente, Miller ha cominciato a denunciare delle «micro-aggressioni» al personale delle risorse umane, sebbene le denunce non specifichino di cosa lo abbia accusato.
La “vendetta” e il licenziamento
La faida però sarebbe continuata anche a un evento ospitato da Google nel dicembre 2021 in cui Miller, ubriaca, avrebbe minacciato Olohan di fronte ai colleghi. La tensione era così alta che – secondo i testimoni – i colleghi hanno allontanato i due.
Miller in seguito si è scusata ma «sebbene Google fosse a conoscenza del fatto che le continue molestie di Miller nei confronti di Olohan derivassero dal rifiuto delle sue avances sessuali, ancora una volta non ha intrapreso alcuna azione legale», afferma l’accusa. Olohan ha detto di aver iniziato a sentire una crescente pressione da parte del suo supervisore. A luglio è stato incoraggiato a licenziare un impiegato maschio per fare spazio a una donna nella sua squadra, mentre il mese successivo Google stessa ha licenziato Olohan, dopo 16 anni in azienda. Durante una videoconferenza, Olohan ha affermato che il team di Google Employee Investigations gli ha spiegato che era stato licenziato perché non era «inclusivo». Olohan comunque si è “consolato” nel giro di poco: a settembre è entrato a far parte del Klick Group, una società pubblicitaria, come vicepresidente esecutivo.
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