Cospito e i dialoghi coi boss, Delmastro: “Non mi dimetto, quell’informativa non era segreta. Avrei detto le stesse cose a ogni parlamentare”

Non c’è motivo di dimettersi. Su richiesta di un parlamentare, ho dato conto di un’informativa riservata che non è secretata nè classificata“. In due interviste al Corriere e al Messaggero il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (FdI) si difende dalle accuse di rivelazione di segreto – su cui indaga la Procura di Roma – per aver riferito al compagno di partito Giovanni Donzelli i contenuti di una relazione della Polizia penitenziaria, arrivata al ministero di via Arenula, in cui si dava atto dei colloqui in carcere tra Alfredo Cospito e alcuni boss mafiosi. Contenuti che poi Donzelli ha usato per attaccare, nell’Aula della Camera, i colleghi del Pd che erano andati a visitare l’anarchico in sciopero della fame, accusandoli di vicinanza alla mafia. “Se un qualsiasi parlamentare mi avesse posto le stesse domande, avrei riferito le stesse informazioni. Nel corso di un question time, persino in maniera più articolata”, si giustifica Delmastro. “In una democrazia un esponente del governo, davanti a domande precise dei parlamentari, non può omettere o negare circostanze a lui note su documenti non secretati”.

Sulla vicenda il ministro Carlo Nordio è rimasto attendista, riparandosi dietro l’indagine giudiziaria. Se gli atti non sono segreti, perché non l’ha detto nella sua informativa alla Camera? “Gli si chiede una valutazione, non un atto di fede“, sostiene Delmastro. E nega che il suo superiore gli abbia suggerito un passo indietro: “No, non lo ha chiesto”. La premier Giorgia Meloni è irritata dall’incidente? “Non ci siamo sentiti e non ho sentore di questa irritazione”, risponde. Che poi passa al contrattacco: “È finita l’epoca del centrodestra che cade nelle trappole culturali del centrosinistra. Se un parlamentare di opposizione mi avesse chiesto le stesse informazioni in un’interrogazione e io non avessi risposto, cosa sarebbe successo?”. Qui però l’informazione è stata fornita al di fuori delle sedi istituzionali: qualcuno dice addiriin un appartamento privato, visto che i due esponenti di FdI sono coinquilini. “No, ne abbiamo parlato a Montecitorio”, assicura il sottosegretario. E alla domanda precisa se avesse portato a casa la relazione risponde: “Assolutamente no“.

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