Latina, foto hard agli studenti: sospeso il professore di religione e diacono. Lui si difende: «Non ne so nulla»

Cade dalle nuvole l’insegnante di religione accusato di aver inviato foto hard ai propri studenti in una scuola superiore di Latina. Raggiunto al telefono si limita a dire con voce tremante: «Sono molto provato da questo scandalo, ma io non ne so nulla». 
In realtà sa bene quali sono le accuse mosse nei suoi confronti visto che è stato già ascoltato dal preside della sua scuola e dal vescovo di Latina, Mariano Crociata, che lo ha successivamente sospeso non solo dal ruolo di insegnante di religione ma anche da quello di diacono. Il prof infatti è uno dei sei diaconi permanenti ordinati, con tanto di cerimonia solenne, nel settembre 2022 nella cattedrale di Latina. Proprio in quei giorni, secondo quanto emerso nelle ultime ore, l’insegnante si dedicava a una fitta corrispondenza virtuale con alcuni dei suoi alunni, tutti minorenni, ai quali inviava messaggi spinti ma anche fotografie intime.

LE DENUNCE

Ieri mattina sono state depositate in Procura le prime due denunce relative ai presunti abusi. I magistrati pontini hanno accolto le famiglie di due studenti della scuola superiore nella quale, fino a lunedì scorso, insegnava il prof sotto accusa. I ragazzi, accompagnati dai genitori, hanno portato tutta la documentazione che hanno raccolto in questi mesi, si tratta soprattutto di chat su Instragam e screenshot che mostrano le fotografie intime inviate dal prof.

I magistrati già erano a conoscenza dei fatti ipotizzati, ma da ieri hanno a disposizione degli elementi concreti sui quali concentrare gli approfondimenti investigativi. È probabile che nei prossimi giorni vengano ascoltate altre persone informate sui fatti, sia in ambiente scolastico, sia tra i familiari dei ragazzi finiti nel mirino dell’insegnante di religione. Il timore, ormai sempre più evidente, è che la cerchia di giovanissimi coinvolti possa allargarsi notevolmente. Le due denunce di ieri, infatti, si aggiungono ad altri tre casi segnalati nei giorni precedenti, ma non ancora formalizzati con una querela. In totale, dunque, al momento sono 5 gli studenti coinvolti nella vicenda, ragazzi e ragazze appartenenti a diverse classi della stessa scuola superiore. 

LA DIOCESI

Intanto la Curia ha aperto un’indagine interna, come spiega una nota della Diocesi di Latina che ricostruisce i fatti. «Lo scorso lunedì 30 gennaio il vescovo Mariano Crociata è stato informato dall’ufficio scuola della Curia in merito alla richiesta di assegnazione di un nuovo docente, presentata da una scuola del capoluogo e dei motivi addotti per tale richiesta. Nelle stesse ore il Vescovo ha incontrato il docente per ascoltare la sua versione dei fatti. Al termine del colloquio, dopo aver ricevuto dallo stesso docente le dimissioni dall’attuale incarico, il Vescovo gli ha comunicato la revoca dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica. Poiché la persona interessata è anche un chierico, in quanto diacono permanente, il vescovo Crociata ha avviato immediatamente la procedura prevista dall’attuale ordinamento ecclesiastico e ha imposto al diacono l’allontanamento cautelare dall’esercizio del ministero». Il vescovo, che non vuole rilasciare ulteriori dichiarazioni, ha ricevuto il dirigente scolastico e il primo collaboratore dell’istituto ai quali ha espresso il suo rammarico per questa vicenda, dicendosi disponibile alla «massima collaborazione».

I GENITORI

La notizia in queste ore sta dilagando tra studenti e famiglie, sconvolte per quanto accaduto. «Fortunatamente alcuni ragazzi hanno avuto il coraggio di parlare ed è venuto tutto alla luce – racconta una mamma – ma da quanto tempo andava avanti questa assurda vicenda?». A quanto emerso le prime conversazioni, del tutto amichevoli, con i ragazzi, erano iniziate già dai primi giorni di scuola, poi continuate nei mesi successivi. A scuola riferiscono anche di un episodio avvenuto nel mese di dicembre quando il prof di religione fu ripreso per il suo atteggiamento troppo confidenziale con i ragazzi. «Gli è stato chiesto – racconta una fonte interna – di frenare queste sue conversazioni con gli studenti e di rimanere su un livello più professionale, senza essere troppo amico e confidente dei suoi alunni». Un richiamo che avrebbe lasciato il professore senza parole. Forse c’era già il sentore che qualcosa non andasse?

LE CHAT

Sono tante le schermate raccolte dai ragazzi con foto e messaggi inviati dal prof. In una scrive a uno studente: «Che fai? Io cazzeggio tra Instagram e Telegram sul letto… Non ti mando le foto di come sto adesso per decenza, posso fare una battuta tra me e te? O leggono altri? Posso mandare la foto?». Tutto è ora agli atti dell’indagine, ma il fascicolo potrebbe arricchirsi con altri documenti.

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