Messina Denaro, l’Antimafia siciliana a Castelvetrano: “Le prefetture non conoscono l’esatto numero di logge massoniche”

Le istituzioni non conoscono l’esatto numero di logge massoniche presenti sul territorio. Lo ha scoperto la commissione Antimafia della Regione Siciliana, nella sua trasferta a Castelvetrano, la città natale di Matteo Messina Denaro. “Dalla riunione col Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza è emerso che le Prefetture non conoscerebbero bene il numero delle logge massoniche presenti in tutto il Paese. Come Commissione regionale antimafia approfondiremo la questione”, ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione.

Per la prima riunione fuori dal palazzo del Normanni, sede del Parlamento regionale, l’Antimafia ha scelto il paese natale del boss arrestato lo scorso 16 gennaio per incontrare gli amministratori locali. Una seduta con due momenti distinti. In prima battuta la Commissione ha incontrato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, guidato dal prefetto Filippina Cocuzza: “Il mio auspicio – ha detto il rappresentante del governo – è quello che ora ci sia un risveglio della società civile, grazie a questi puntelli che le istituzioni mettono. La società civile deve comprendere che non c’è più quell’alone che c’è stato finora”. Anche il questore di Trapani Salvatore La Rosa ha ribadito la necessità di “mantenere alta l’attenzione, con la speranza che ora ci siano delle risposte soprattutto da parte della politica”. Nonostante i lavori si siano svolti a porte chiuse, tra le tematiche affrontate c’è stato il nodo del rapporto tra borghesia mafiosa e massoneria: un binomio che più volte ha proiettato la sua ombra nelle dinamiche di Cosa nostra in provincia di Trapani.

Ed è anche seguendo questa traccia che, dopo l’arresto del boss, l’attenzione degli investigatori si sta concentrando sulla rete dei fiancheggiatori: “Se l’arresto di Matteo Messina Denaro ha chiuso una stagione, ora se n’è aperta un’altra, cioè quella che il procuratore Maurizio De Lucia ha chiamato borghesia mafiosa, fatta da tante persone sconosciute, capaci di essere sul terreno dell’illegalità, quella rete di connivenza con la classe dirigente sui territori”, ha sottolineato Cracolici. Altro tema sul quale la Commissione antimafia ha discusso è stato quello dei beni confiscati e della loro gestione. “Una giungla dove bisogna prima capire e poi intervenire”, è il commento del presidente. La Commissione ha poi incontrato i 25 sindaci della provincia di Trapani, che hanno chiesto sostegno e vicinanza.

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