Si cerca il killer di Thomas, potrebbe essere di un clan nomade del Basso Lazio

Nell’agguato costato la vita al 19enne Thomas Bricca potrebbe essere coinvolto un esponente di un clan nomade piuttosto noto nel Basso Lazio. Ad indicarlo, secondo quanto si apprende, sarebbero stati diversi testimoni che lunedì sera hanno assistito alla sparatoria in pieno centro ad Alatri. Non è escluso che lo stesso sia già stato ascoltato dai carabinieri, che la notte scorsa hanno interrogato per diverse ore due persone ritenute collegate all’omicidio.

Al momento non è stato emesso alcun provvedimento di fermo, né tantomeno sono scattati arresti in città, anche se diversi controlli sarebbero stati effettuati anche al cosiddetto ‘Casermonè di Frosinone, considerato alla stregua delle Vele di Scampia: palazzoni residenziali diventati piazza di spaccio e covo per chi non vuole farsi trovare. La Procura di Frosinone chiede il «massimo riserbo» e bolla come «infondate» le ricostruzioni giornalistiche su quanto avvenuto lunedì sera, quando da uno scooter con due persone a bordo sono partiti alcuni colpi di pistola verso il gruppetto di cui faceva parte lo stesso Thomas. Quel che è certo, però, è che nei due giorni precedenti l’agguato, Alatri – come confermano anche alcune mail inviate dal sindaco, Maurizio Cianfrocca, alle forze dell’ordine – si è trovata nel mezzo di due maxirisse in pieno giorno. Prima in un vicoletto a due passi dalla centralissima piazza Santa Maria Maggiore e poi, il giorno dopo, in uno slargo che tutti in città chiamano il «Girone». Qui, peraltro, durante la rissa una persona sarebbe stata fatta cadere da una balaustra, facendo un volo di diversi metri sulla circonvallazione. «Non appena emergeranno significativi sviluppi sulle indagini, compatibilmente con le indicate esigenze – sono le parole del procuratore, Antonio Guerriero -, sarà cura di questa Procura di Frosinone comunicarlo». In attesa che gli assassini vengano rintracciati ed arresati, nel centro alle pendici dei Monti Ernici non si parla d’altro. Sul luogo dell’omicidio è un viavai di amici e conoscenti che continuano a lasciare mazzi di fiori per ricordare il 19enne. In un vaso vicino ci sono ancora le macchie di sangue. Il segno indelebile dell’ennesima tragedia che ha sconvolto il paese, già travolto sei anni fa dalla morte del 20enne Emanuele Morganti, massacrato di botte fuori da una discoteca. All’istituto biologico chimico Sandro Pertini, quello frequentato da Thomas, gli studenti hanno lanciato in cielo palloncini bianchi sulle note delle canzoni preferite dal loro compagno di scuola.

«La tua morte lascia un grande vuoto in tutti noi», recita uno striscione, mentre un altro chiede «giustizia». Stretti nel loro dolore sono tornati ad Alatri anche i genitori di Thomas, Paolo e Federica, che fino a ieri hanno sperato fino alla fine che il ragazzo potesse salvarsi. A casa della mamma, dove viveva il 19enne, continua a dominare il silenzio, mentre i vicini non riescono a rattenere le lacrime. Sui social monta la rabbia degli amici di Thomas, con qualcuno di loro che promette «vendetta». Per domani mattina, dalle 10 alle 12, si sono dati appuntamento per una manifestazione che però non sarebbe stata autorizzata. La paura che l’omicidio possa esasperare gli animi in città è più concreta che mai. “L’incontro di domani – scrive un amico di Thomas – si farà con o senza autorizzazione. Non ci serve la protezione di nessuno, perché nessuno ha protetto Thomas. Siamo brava gente, vogliamo solo salutarlo in pace».

© Riproduzione riservata

Link sorgente : Si cerca il killer di Thomas, potrebbe essere di un clan nomade del Basso Lazio