Telefonata a Rete4, Meloni in ‘stile Berlusconi’: sette minuti di monologo da Palombelli, senza domande su Donzelli e Delmastro

La puntata di Stasera Italia era praticamente conclusa, Barbara Palombelli aveva già dato la linea a Controcorrente, quando – grande suspense in studio – viene annunciato l’intervento di Giorgia Meloni. Sostanzialmente sette minuti di monologo, interrotto da una sola domanda e scatenato da un interrogativo che la conduttrice della trasmissione di Rete 4 aveva posto ai suoi ospiti una decina di minuti prima: “Al di là del caso Donzelli, il Parlamento è fatto bene, c’è il giurì, la cosa si chiarirà. A me interessa capire se il governo non stia in qualche modo eccitando le piazze. È questa la domanda. Qual è la strategia giusta?”, aveva chiesto la giornalista all’ex direttore generale della Rai Mauro Masi, alla deputata leghista Simonetta Matone, a Chicco Testa e Gianluigi Paragone nonché all’ex parlamentare dem Alessia Morani.

È questa la considerazione che spinge la presidente del Consiglio a rompere il silenzio sul caso di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto al 41 bis in sciopero della fame da oltre cento giorni per il quale si sono mobilitati i “compagni” e la rete internazionale dell’area con diversi atti di vandalismo e attentati di piccolo-medio target. L’intervento pubblico di Meloni è “comodo”, perché nei sette minuti di diretta telefonica Palombelli interrompe il monologo una sola volta: “Non è stata data troppa importanza? Lei la chiama la sfida”, chiede. Per il resto, mentre la presidente del Consiglio è in diretta à la Berlusconi, nessun intervento più o meno ficcante.

“La questione è delicata, attenzione come si utilizzano certi termini, lei diceva prima: il governo sta in qualche modo eccitando questa piazza? – attacca subito Meloni – Vorrei capire in cosa si ritiene che il governo la stia eccitando. La materia compete la giustizia, il governo non ha fatto niente. Noi abbiamo auto di funzionari che saltano in vari posti d’Europa, continue minacce allo Stato da parte di questi anarchici e il punto è se il governo stia eccitando la piazza? Rimango allibita”. E ancora: “Qui c’è gente che sfida lo Stato dicendo o si fa come diciamo o noi o rischiate di vedere le vostre macchine messe a fuoco, gente che dichiara apertamente che colpirà, che chiede che il 41-bis non si applichi. Rimango di stucco. Dobbiamo rimettere le cose nella giusta dimensione. Il problema non l’ha mica creato il governo”.

Zero domande in merito al comportamento del suo fedelissimo Giovanni Donzelli che ha alzato un polverone – chissà quanto studiato o meno – riferendo nell’aula di Montecitorio le informazioni “sensibili” ricevute dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, altro luogotenente di Meloni, sui dialoghi in carcere tra Cospito e alcuni mafiosi reclusi al 41 bis. Palombelli si limita a chiedere se “non è stata data troppa importanza” agli atti dimostrativi degli anarchici che “lei chiama la sfida”. E la presidente del Consiglio riattacca il monologo: “Negli ultimi tre giorni, anzi anche prima, quando ho incontrato i giornalisti mi hanno fatto domande su questo tema. Non l’abbiamo alimentato noi”, dice Meloni evitando ancora qualsiasi riferimento al duo Donzelli-Delmastro che ha letteralmente incendiato la battaglia politica. “Noi lo affrontiamo perché la situazione si è surriscaldata. Abbiamo attivato quello che dovevamo attivare e fatto il nostro lavoro”, continua. Il caso Cospito è “montato non per causa nostra”, rivendica.

“Il ministro Nordio ha risposto nel merito, sul lato tecnico. Abbiamo portato la vicenda in Consiglio dei ministri per capire le condizioni di salute di Cospito e per chiedere ai ministri competenti quale fosse la situazione di sicurezza. Questo è il lavoro che ha fatto il governo – aggiunge – Consiglio prudenza. Ho letto titoli di giornali ‘Meloni vuole fare morire in carcere Cospito’ e anarchici che dicono di voler colpire con le armi rivoluzionarie. Consiglio responsabilità, se posso”. E ancora: “La sfida non è al governo, la sfida è allo Stato. E lo Stato ci riguarda tutti, non è un problema politico, non è una questione di destra e sinistra”. Quindi: “Mi sono permessa di telefonare perché in questioni giorni ho visto molti toni che secondo me buttavano in politica una questione che in questo momento ci riguarda tutti”, dice ancora Meloni dimenticando l’attacco di Donzelli all’opposizione per la visita in carcere a Cospito. E conclude: “Il governo non ha fatto che il suo lavoro facendo molta attenzione a non alzare i toni. Quando siamo stati interrogati abbiamo risposto su come uno Stato serio deve affrontare una vicenda del genere”. Ringraziamenti, buona serata, fine della trasmissione. Il silenzio è rotto, ma su Donzelli e Delmastro tutto tace.

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