Caro-vacanze, si comincia con il ponte di Pasqua: 500 euro in più a famiglia. Aumentano tasse di soggiorno e aerei

Aumentano i prezzi degli hotel. Sale l’imposta di soggiorno. Anche la tassa di sbarco in alcune isole, tra cui Ponza e Ventotene, subirà a breve un rialzo. Chi sta prenotando per Pasqua lo sta già vedendo: i costi delle vacanze non sono più quelli del 2022, complice la crisi energetica e l’inflazione, che hanno spinto le strutture ricettive a rivedere al rialzo il costo delle camere. E per l’estate si preannuncia anche peggio.

GLI OSTACOLI
Negli alberghi si registrano in questo momento rincari anche del 30%. Poi c’è il tema del caro voli (5-10%), che per esempio rischia di tenere in ostaggio la Sicilia per effetto dell’elevato costo dei biglietti, come denunciato dal governatore della Regione Renato Schifani. Insomma, bene che vada serviranno 500 euro in più a famiglia per andare quest’anno tutti al mare o in montagna. Pure viaggiare in traghetto sarà un po’ più dispendioso, complice la tassa di sbarco. 

Per Ventotene e Ponza passerà (ma a partire dal primo giugno) da 4 a 5 euro, un incremento di 1 euro ad arrivo. Nelle Eolie, a Salina, pure il Comune di Leni (sbarco a Rinella) l’adotterà in estate. Infine l’imposta di soggiorno, stando all’osservatorio di Jfc su questo particolare tributo, quest’anno dovrebbe fruttare a livello nazionale circa 678 milioni di euro, contro i 619 milioni dello scorso anno (+9,5%). Ma a quanto ammonterà per gli italiani l’aggravio di spesa per le vacanze nel 2023? Secondo i calcoli degli esperti di Compass, il budget di spesa delle famiglie per viaggiare durante l’anno (soprattutto tra Pasqua, giugno, luglio e agosto) sarà di 1.930 euro, con un aumento di ben 482 euro rispetto al 2022. Vale a dire il 25 per cento in più sull’anno scorso. Più di un terzo degli italiani, il 36%, arriverà a sfondare il tetto dei 2mila euro, con spese fino 2.400 euro nelle città d’arte, come Venezia e Roma, e le località balneari più gettonate, dalla Sardegna all’Argentario. Infine, avverte la Fiavet di Confcommercio, gli agenti di viaggio segnalano che i tour operator si sono ritrovati costretti in questa fase di rincari generalizzati ad aumentare i prezzi dei pacchetti di viaggio, che hanno registrato un incremento medio del 30%. 

Come se ne esce? Gli addetti ai lavori temono che molte famiglie ripiegheranno su vacanze mordi e fuggi, con incluso spostamento in auto. E a far lievitare i costi delle vacanze contribuiscono, come detto, pure i tributi locali. Il governo, con l’ultima legge di Bilancio, ha aperto alla possibilità per i Comuni capoluogo, con forte vocazione turistica, di aumentare il tributo a carico dei turisti fino a un massimo di 10 euro a persona. Una via che il Comune di Firenze non ha esitato a imboccare, scatenando però le proteste degli albergatori che temono un effetto boomerang. Oggi sono più di mille i Comuni dove i turisti, italiani e stranieri, pagano una gabella per soggiornare: solo il Comune di Roma ha incassato dal 2017 al 2022 circa 500 milioni di euro. Le risorse sono utilizzate in modo più o meno autonomo dalle varie amministrazioni, che in base a una norma del 2011 godono di abbondanti margini di manovra in questo senso. 

LE TASSE
L’imposta di soggiorno è, molto semplicemente, un tributo locale a carico di chi pernotta in una struttura ricettiva che si trova in un Comune che applica questo tipo di balzello: i ricavi servono a finanziare per esempio il miglioramento dei trasporti o la cura del verde pubblico, ma anche a tenere a bada le tasse a carico dei residenti. L’importo varia in base al tipo di struttura scelta per il soggiorno. Sulla scia di quanto previsto dalla legge di Bilancio, il Comune di Firenze ha deciso di inasprire la tassa a partire dal primo aprile, da 5 a 8 euro (+60%). 

Nei 4 stelle il tributo sale da 4,90 euro a 7 euro, mentre nei tre stelle passa da 4,5 a 6 euro a notte. Per le categorie inferiori aumenti di 50 centesimi a notte. Ci sta facendo un pensierino anche il Comune di Napoli, dove si è parlato di aumentare l’imposta di 50 centesimi sui singoli pernottamenti. Le tariffe a dicembre sono state riviste all’insù pure a Riccione, polo del turismo della riviera Adriatica, e ad Alghero, in Sardegna.
 

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