Renault Espace, la prova de Il Fatto.it – Da monovolume a suv, l’evoluzione della specie – FOTO

C’era una volta la monovolume, un concetto automobilistico la cui paternità non è chiara, tanto che Renault parla della Espace lanciata nel 1984 come della sua prima espressione “familiare”. Già con la generazione uscente era più un crossover, mentre adesso, con la sesta, strizza sempre più l’occhio ai clienti che optano per i suv.

In prevendita da aprile e in consegna da ottobre, la nuova Renault Espace ha e avrà una sola motorizzazione, la soluzione ibrida da 200 Cv e 205 Nm di coppia che abbina il sovralimentato tre cilindri da 1.2 litri da 130 Cv a due unità elettriche da 70 (per la guida) e 25 Cv (starter) e alla piccola batteria da 2 kWh di capacità. Con i suoi 4,6 l/100 km il consumo dichiarato è il più basso di sempre, addirittura meno della metà di quello della seconda generazione. E anche decisamente più contenuto rispetto a quella uscente, che arrivava a 6,2.

La nuova Espace è un “modello ponte”, destinato a traghettare la Losanga fino all’era della mobilità elettrica, almeno in Europa, dove resterà probabilmente in commercio anche per una dozzina di anni. È offerta in tre allestimenti a partire dai 43.700 della Techno, per salire ai 46.500 della Esprit Alpine ed arrivare ai 48.500 della Iconic. Il riposizionamento di Renault, che spinge non solo sul segmento D, ma anche sui contenuti (“qualità della vendite”), ha fatto bene ai conti perché i clienti si orientano sempre più sulle versioni meglio accessoriate.

Lo dimostrano i dati della Austral e lo dovrebbero confermare quelli della stessa Espace, a listino allo stesso prezzo indipendentemente dal numero dei posti: 5 o 7. I due della terza fila servono praticamente solo ai bambini (o ad adulti molto agili perché malgrado la possibilità di far scorrere i divani centrali lo spazio resta piuttosto compresso), ma consentono una notevole flessibilità di utilizzo della vettura. Che ha un bagagliaio la cui capienza oscilla fra i 159 e 1.818 litri. Per aumentarne l’efficienza, Renault ha ridotto il peso della nuova Espace di 215 kg e l’ha anche accorciata di 14 centimetri tanto che in lunghezza si ferma a 4,71 metri tornando ai livelli della terza generazione. Inoltre ne ha esaltato il profilo a tetto spiovente (32 millimetri in meno di altezza, 1,64 metri), con un’altezza libera da terra di 180 millimetri.

I benefici si riflettono indubbiamente sui consumi (quelli rilevati dal computer di bordo al termine di un lungo giro attraverso il cuore della deliziosa Porto e risalito il Douro hanno peraltro raggiunto i 6,5 l/100 km) e di sicuro non impattano sulla comodità degli occupanti della prima e della seconda fila. La vettura trasmette anche sensazioni molto piacevoli al volante: malgrado un’accelerazione certificata da 0 a 100 orari di 8,8”, grazie al motore elettrico lo spunto percepito è molto più brillante. E grazie all’asse posteriore multi link e all’aggiornato sistema 4Control a quattro ruote sterzanti (la terza generazione della tecnologia aveva debuttato sulla Austral) aumentano ancora sia la precisione (il diametro di sterzata è di 10,4 metri), sia la stabilità, sia il comfort a bordo.

Saranno anche l’asfalto o le gomme estive, combinate con velocità non troppo elevate, ma anche l’insonorizzazione dell’abitacolo sembra decisamente premium. Gli interni sono luminosi anche per effetto del tetto panoramico senza traverse da 1,33 metri di lunghezza e 0,84 di larghezza, peraltro a richiesta. La strumentazione è piazzata in maniera funzionale, anche se lo schermo centrale per l’infotainment (c’è pure il quiz interattivo Song Pop in esclusiva per Renault, una prima assoluta) e la navigazione sistemato verticalmente è forse un po’ troppo basso rispetto all’ottica di chi guida, che però lo ha favorevolmente inclinato dalla propria parte. Divisi in tre grandi gruppi (guida sicurezza e parcheggio), la Espace dispone di 32 ADAS (sistemi di assistenza alla guida), non tutti di serie s’intende.

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