La tragedia delle Frecce tricolori, l’audio nelle chat tra i piloti militari: «Il rischio “birdstrike” era acuto»

Un audio che circola nelle chat dei militari descrive una delle ipotesi al vaglio della Procura di Ivrea che indaga per capire le cause dell’incidente aereo che ha portato allo schianto di un mezzo delle Frecce tricolori a Torino, causando la morte di una bambina di cinque anni e il ferimento del fratello e dei due genitori. Il rischio era “più che moderato”, bensì “severo”, ovvero acuto. Nella scala dei rischi connessi alla presenza di volatili sulle piste aeree le fasce sono tre: low (basso), “moderate” (moderato) o “severe” (acuto). La procura di Ivrea lavora su tutte le comunicazioni avvenute e sta cercando di individuare il protagonista dell’audio.

Esperto Aeroclub Torino, non si può azzerare rischio bird strike

«La fase di decollo è la più delicata. Il nostro aeroporto è frequentato da apparecchi a elica o da alianti e, in quel caso, l’impatto con qualche uccello provoca danni minimi, come la rottura di un fanalino. E’ capitato più di una volta. Ma con un aereo a turbina può diventare un grosso problema». A parlare del bird strike, il fenomeno che secondo le prime ipotesi ha provocato la tragedia di San Francesco al Campo, è Alberto Bannino, presidente dell’Aero Club Torino-Aeritalia, uno dei più antichi d’Italia, fondato nel 1908: ieri, per il centenario della fondazione dell’aeronautica militare, nello scalo era prevista una spettacolare esibizione delle Frecce Tricolori, che avrebbero proposto il programma completo con 24 minuti di volo e 18 figurazioni. La kermesse, però, è stata annullata in segno «di cordoglio e di vicinanza alla famiglia coinvolta nella sciagura». Ma nonostante le precauzioni ridurre a zero le probabilità del bird strike è impossibile, sostiene il presidente dell’Aero club Torino. «Da pilota – dice Bannino – mi è successo in diverse occasioni di essere sfiorato da uccelli in volo».

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