Giovani e amore: Save the Children indaga su gelosia, intimità ed emozioni. Il dossier choc su cosa pensano gli adolescenti
Più di un adolescente su due (il 52%) in coppia dichiara di aver subìto, almeno una volta, comportamenti lesivi o violenti, quali essere chiamato con insistenza al telefono per sapere dove ci si trovava (34%); essere oggetto di un linguaggio violento, con grida e insulti (29%); essere ricattati per ottenere qualcosa che non si voleva fare (23%); ricevere con insistenza la richiesta di foto intime (20%), essere spaventato da atteggiamenti violenti (schiaffi, pugni, spinte, lancio di oggetti, 19%); condividere foto intime con altri senza consenso (15%). In questo caso, è il 47% a dichiarare di avere, almeno una volta, agito questi comportamenti nei confronti del/lla partner.
Alla vigilia di San Valentino Save the Children lancia un’indagine inedita sulla violenza di genere in adolescenza realizzata in collaborazione con Ipsos e la campagna social #chiamalaviolenza.
Per il 43% degli adolescenti, se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale, il modo di sottrarsi lo può trovare. La percentuale di chi lo dichiara è più alta tra i ragazzi (46%), ma è elevata anche tra le ragazze. Mentre il 29% ritiene che le ragazze possano contribuire a provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire o di comportarsi. Il 24% pensa che se una ragazza non dice chiaramente «no» vuol dire che è disponibile al rapporto sessuale (26% tra i ragazzi e 21% tra le ragazze). Infine, il 21% (senza alcuna differenza percentuale tra ragazze e ragazzi) è molto o abbastanza d’accordo con il fatto che una ragazza, seppur sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o di alcol, sia comunque in grado di acconsentire o meno ad avere un rapporto sessuale.
Sono altri dati dell’inedita indagine di Save The Children sulla violenza di genere in adolescenza. Quanto al consenso ad un rapporto sessuale, il 90% ritiene necessario chiederlo sempre anche all’interno di una relazione di coppia stabile, ma per molti questa convinzione teorica non si traduce facilmente in un comportamento, visto che poi il 36% ritiene di poter dare sempre per scontato il consenso della persona con cui si ha una relazione e il 48% ritiene che in una relazione intima sia difficile dire di no ad un rapporto sessuale se richiesto dal/la partner.
Il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia è un segno di amore. Per il 21% condividere la password dei social e dei dispositivi con il partner è una prova d’amore. Il 17% delle ragazze e dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni pensa possa succedere che in una relazione intima scappi uno schiaffo ogni tanto. Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio inedito sulla violenza on-life nelle relazioni intime tra adolescenti in Italia, realizzato da Save the Children in collaborazione con Ipsos e pubblicato nel rapporto «Le ragazze stanno bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza».
Il report contiene inoltre i risultati di un’indagine qualitativa, realizzata da Save the Children grazie alla collaborazione con il Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità e con il supporto delle Unità di Servizio Sociale per Minorenni e gli Istituti Penali per Minorenni. Quasi il 69% degli adolescenti pensa che le ragazze siano più predisposte a piangere dei ragazzi, il 64% che siano maggiormente in grado di esprimere le proprie emozioni, il 50% di prendersi cura in modo più attento delle persone. Il 39% degli adolescenti (maschi e femmine) ritiene che le ragazze siano più inclini a sacrificarsi per il bene della relazione, la percentuale sale al 51% proprio tra le ragazze. Sono alcune dei dati dell’indagine inedita di Save The Children sulla violenza di genere in adolescenza realizzata in collaborazione con Ipsos e la campagna social #chiamalaviolenza.
Dal report emerge che nel caso in cui si dovesse subire una violenza fisica da parte del/la proprio/a partner la prima persona con cui se ne parlerebbe è la mamma (60% tra chi ne parlerebbe con qualcuno), poi il papà (43%) e le forze dell’ordine (26%). A seguire gli amici e le amiche, le sorelle e fratelli, il personale scolastico e i numeri di aiuto. Lo stesso ordine di priorità si riscontra quando si chiede a chi ci si rivolgerebbe se si fosse spettatori di un episodio di violenza fisica che vede coinvolta una persona conosciuta aggredita dal/la partner. L’82% degli adolescenti è sicuro che ne parlerebbe con altri, a fronte di un 8% che probabilmente o sicuramente non ne parlerebbe e del restante 8% che si dichiara incerto.
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