Il femminicidio di Giulia Tramontano, il medico legale al processo: donna morta per emorragia dopo 37 coltellate

Giulia Tramontano è morta «a causa di una massiva emorragia acuta» provocata da «lesioni vascolari cervico-toraciche» inflitte con un’arma da taglio. A spiegarlo in aula, nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della fidanzata incinta al settimo mese, è il medico legale Nicola Galante. La 29enne, come è stato sottolineato davanti alla Corte di Assise di Milano, è stata uccisa con 37 coltellate e «la morte del feto è successiva alla morte della madre, determinata da una insufficienza vascolare provocata dall’emorragia materna». Sul corpo della donna, colpita dall’ex barman nella loro abitazione a Senago, nel Milanese, non vi erano «lesioni da difesa».

La Corte d’Assise di Milano ha stabilito che, durante la proiezione in aula delle immagini del cadavere di Giulia Tramontano, l’udienza deve essere celebrata a porte chiuse. Su richiesta del legale di parte civile, Giovanni Cacciapuoti, al quale si sono associate sia l’accusa che la difesa, giornalisti e pubblico, tra cui anche diversi studenti, sono stati fatti uscire dall’aula. Stampa e pubblico sono rientrati soltanto dopo la visione delle fotografie del corpo al momento del rinvenimento e dell’autopsia. Giulia è stata uccisa nell’abitazione della coppia a Senago nel Milanese. Nei giorni successivi al delitto, Impagnatiello avrebbe tentato di bruciare due volte il corpo, per poi farlo rinvenire dietro ad alcuni box a poche centinaia di metri da casa.

Papà Giulia Tramontano, sia fatta giustizia per lei e Thiago

«Nulla ci restituirà Giulia, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora, affinché sia fatta giustizia. Giustizia per lei e Thiago». Così Franco Tramontano, papà di Giulia, in una storia su Instagram pubblicata la mattina della nuova udienza a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della ex fidanzata incinta al settimo mese, uccisa con 37 coltellate lo scorso 27 maggio a Senago, nel Milanese. Davanti alla Corte d’Assise di Milano, sono stati sentiti i medici legali e il consulenti del procuratore aggiunto Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo. «Oggi ancora più forte: giustizia per Giulia e Thiago», scrive su Instagram la mamma della 29enne, Loredana Femiano. “Continueremo a lottare ogni singolo istante della nostra vita – ha aggiunto il fratello Mario – , affinché sia tolta la libertà per sempre a chi ti ha negato di essere una madre, una figlia, una sorella e tanto altro. Ti amo e mi manchi Giuliè». Nessuno dei familiari oggi è presente in aula.

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