Kiev punta il ponte di Kerch: «Attacco entro metà 2024». Cosa significa (per Putin) se viene distrutto: gli scenari
I droni ucraini imperversano nei cieli russi: i loro obiettivi sono raffinerie e porti petroliferi. Ma non solo: l’obiettivo degli 007 ucraini sarebbe il ponte di Kerch (anche detto ponte di Crimea) che collega la Crimea occupata con la Russia.
Finora ci sono stati due tentativi di farlo saltare in aria, entrambi falliti. Ma fonti dell’ingelligence ucraina fanno sapere al Guardian che si starebbe pianificando un terzo tentativo: «La sua distruzione è inevitabile», dicono.
Cos’è il ponte di Kerch
Il ponte tra Crimea e Russia è lungo 12 miglia, oltre 19 chilometri, il che ne fa il ponte pià lungo della Russia e dell’Europa.
Si tratta di un doppio viadotto stradale e ferroviario sul distretto di Kerch: unisce la penisola di Taman’, nel territorio di Krasnodar (Russia continentale), con la penisola di Kerč’ in Crimea. La su progettazione cominciò nel 2014, dopo l’annessione della Crimea, e fu inaugurato da Putin nel 2018.
Un ponte che è anche, per gli ucraini, un simbolo odiato dell’annessione della Crimea alla Russia. La sua distruzione avrebbe quindi un significato anche simbolico: non solo solleverebbe il morale delle truppe di Kiev, ma rafforzerebbe la campagna dell’Ucraina per liberare la Crimea.
La Russia ha rafforzato drasticamente il ponte con tanto di difese antiaeree e una “chiatta bersaglio” che è in realtà un’esca per i missili in arrivo.
L’obiettivo del 2024
L’intelligence ucraina, però, ritiene di poter distruggere il ponte, o comunque danneggiarlo a tal punto da farlo chiudere, «nella prima metà del 2024». In questa direzione andrebbero anche gli attacchi ucraini nel Mar Nero, dove ultimamente sono stati affondati sette tra motoscafi e grandi navi della flotta di Mosca. L’ultimo attacco ha affondato il Sergei Kotov proprio mentre era di pattuglia a sud del ponte di Kerch: si tratterebbe, secondo l’intelligence, di un’operazione preventiva prima di un altro attacco.
Gli attacchi precedenti
Il ponte è stato colpito due volte in passato: a luglio un raid notturno dei droni marittimi di Kiev ha danneggiato il manto stradale e nell’ottobre 2022 un’esplosione, dovuta secondo la Russia a una bomba introdotta di nascosto su un camion, ha causato la caduta in acqua di diversi tratti di carreggiata. Entrambe le volte il ponte di Crimea è stato riparato.
Gli scenari
Ma cosa succederebbe se il ponte fosse danneggiato a tal punto da dover chiudere? La Russia sarebbe costretta a trasportare rifornimenti militari su strada attraverso l’Ucraina meridionale occupata, attraverso le province di Kherson e Zaporizhzhia, che la Russia ha parzialmente conquistato nella primavera del 2022. Il che, secondo i funzionari di Kiev, ciò comprometterebbe la capacità di terra del Cremlino.
Cosa serve per distruggere il ponte
Con 10 o 20 missili Taurus, affermano gli ucraini, il ponte potrebbe essere distrutto. Per questo Zelensky ha ripetutamente chiesto a Berlino il suo sistema missilistico a lungo raggio, ma il cancelliere tedesco Scholz ha finora rifiutato per timore di una responsabilità diretta in un’escalation.
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