La memoria contro le mafie. Presentata a Torino la 13esima edizione del festival “Trame” di Lamezia

«A futura memoria (se la memoria ha un futuro)». Così si intitola la tredicesima edizione del Festival dei libri sulle mafie «Trame» che, prendendo spunto dal lavoro di Leonardo Sciascia, quest’anno si terrà dal 18 al 23 giugno a Lamezia Terme. Al centro ci sarà la memoria delle battaglie per la libertà, con lo scopo di stimolare una riflessione e un dialogo per orientarsi nel futuro. Il Festival, promosso e organizzato dalla Fondazione Trame e dall’Associazione Antiracket Lamezia Onlus, è stato presentato durante il Salone Internazionale del Libro di Torino, che lo ha selezionato, per il secondo anno consecutivo, nell’ambito del progetto «Luci sui festival», dedicato alle principali manifestazioni letterarie del nostro Paese. Quest’anno, inoltre, la Fondazione ha ricevuto dalla Global Initiative Against Transnational Organized Crime GI-TOC con sede a Ginevra un importante riconoscimento per il suo valore artistico e culturale. Sarà anche l’occasione per ricordare il centenario dell’omicidio di Giacomo Matteotti, per il quale è prevista per mercoledì 19 giugno una lectio magistralis sul tema della “memoria”.
«Quando si parla di mafie, e di lotta alle mafie, non esiste solo un termine repressivo della vicenda, è molto più complesso. Per questo motivo il Festival partirà un giorno prima, proprio per ragionare insieme di aspetti diversi», ha commentato Giovanni Tizian, direttore artistico del Festival, che ha presentato il Festival assieme a Nuccio Iovene, presidente della Fondazione Trame, e Amalia Bruni, vicepresidente Commissione antindrangheta della Regione Calabria. «Parleremo del tema dei migranti e della giornata dei rifugiati attraverso un libro bellissimo, “Polveriera Tunisia”, che racconta il dramma di chi vive in Tunisia, di chi non riesce a uscire dal Paese e di chi, potendolo fare, viene lasciato annegare nel Mediterraneo. Ci occuperemo di sanità, partendo da un reportage che ha fatto molto discutere, anche in Calabria. Lo faremo con giornalisti, esperti, e tanti altri ospiti. Affronteremo poi il tema dei paradisi fiscali, della ridistribuzione dei redditi e quindi della disuguaglianza. Parleremo del decreto Caivano e di come alcune leggi e norme si accaniscano sempre sui più deboli. Tutti argomenti che ruotano intorno alla questione centrale: le mafie. Tante le novità di quest’anno: ogni giorno una doppia testimonianza di persone che hanno combattuto in prima linea contro la ’ndrangheta, imprenditori e familiari di vittime». Iovene ha rilevato il grande interesse, nelle giornate torinesi, per il Festival e la Fondazione e la profonda «condivisione di emozioni e riflessioni, ricordi e impegni per essere liberi dalle mafie». Amalia Bruni ha detto che «il festival ha il compito di travalicare i confini regionali: c’è un tessuto importante di idee, donne, uomini e forze che può proiettarsi verso il resto d’Italia».
Ognuna delle sei giornate di dibattito sarà arricchita dalle testimonianze e dai racconti di personalità del mondo istituzionale, culturale, politico e della società civile. Il primo giorno ci sarà la partecipazione istituzionale del sottosegretario all’Interno on. Wanda Ferro. Il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, anticiperà i dati salienti del rapporto annuale «Ecomafia». E poi tantissimi ospiti, tra cui Don Luigi Ciotti, Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, Vito Teti, Gaetano Savatteri, John Dickie, Peppe Voltarelli, Claudio Fava, Enzo Ciconte. Non mancheranno il Nastro della Legalità, d’intesa col Sindacato giornalisti cinematografici italiani, e il Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo.

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