Il crollo M5s passa dalla Sicilia: voti dimezzati e un solo eletto. A Castelvetrano sindaco non rieletto. Caltanissetta, ballottaggio a rischio

Voti quasi dimezzati per le Europee e nessun sindaco uscente riconfermato al primo turno. Il crollo dei 5 stelle passa anche dalla Sicilia. L’isola ha rappresentato storicamente una roccaforte per il Movimento, che proprio qui – alle Regionali del 2012 – fecero registrare il loro primo exploit a livello nazionale. Da allora i 5 stelle sono stati quasi sempre il primo partito della Regione. Alle elezioni per Bruxelles, però, stavolta i 5 stelle arrivano soltanto terzi, superati da Fratelli d’Italia e Forza Italia. E pure dal Pd, se si guardano i dati della circoscrizione Isole, che comprende anche la Sardegna.

Dimezzati i voti nelle Isole – In totale alle europee i 5 stelle hanno preso 321.461 voti (240.644 solo in Sicilia), pari al 16 percento. Un dato dimezzato rispetto alle 605.863 preferenze delle Europee del 2019, quando i 5 stelle erano saldamente il primo partito delle Isole col 29 percento, con 479mila voti ottenuti solo in Sicilia. Nella Regione più a Sud del Paese il Movimento di Conte era arrivato primo pure alle Politiche del settembre del 2022, con 575.914 voti e il 28%. Dimezzato anche il numero dei seggi all’Europarlamento: dopo i due ottenuti nel 2014 e nel 2019, a questo giro i 5 stelle eleggono soltanto un deputato a Bruxelles. Sarà Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, che ha preso quasi 65mila preferenze.

I risultati di Gela e Caltanissetta – Non va meglio alle comunali. I sindaci dei 5 stelle si ripresentavano a Caltanissetta e Castelvetrano. Nel primo caso l’uscente Roberto Gambino, capace di vincere cinque anni fa col 58% al ballottaggio, aveva anche il sostegno di Sud chiama Nord di Cateno De Luca. Ora punta al secondo turno con il 29%, ma è inseguito da Annalisa Petitto, del centrosinistra, al 27%. Da questo testa a testa all’ultimo voto verrà fuori lo sfidante di Walter Tesauro, candidato del centrodestra, primo col 37%. I 5 stelle saranno presenti al ballottaggio anche a Gela, dove appoggiano Terenziano di Stefano, che ha preso il 28%, sostenuto anche dal Pd e da Azione. La sfida sarà contro la candidata del centrodestra, Grazia Cosentino, appoggiata pure da Italia viva, in testa col 32%.

Il caso Castelvetrano: il sindaco fuori dal ballottaggio – Si andrà al ballottaggio anche a Castelvetrano, la città di Matteo Messina Denaro, per la prima volta al voto dopo la morte del capomafia. Al secondo turno, però, non ci sarà Enzo Alfano, sindaco uscente, eletto dai 5 stelle nel 2019. “I dati sino ad ora resi pubblici non premiano il lavoro svolto, parte di quello che abbiamo fatto si vedrà negli anni prossimi e il lustro sarà di altri”, ha detto il primo cittadino, che rischia di arrivare quarto tra i sette candidati. “Contro di me – ha aggiunto – c’è stata una campagna denigratoria tra il popolo, ero un avversario da battere, la mia amarezza è quella che la città potrebbe cadere nelle mani di chi ha cambiali da restituire a chi le ha firmate“. Alla vigilia del voto Alfano aveva lanciato una sorta di allerta: “Alcuni dei miei avversari – aveva detto – candidano una persona per ogni famiglia, con un metodo antico di occupazione delle istituzioni: stanno tornando i registi occulti del passato”. Al ballottaggio dovrebbero andare il candidato di centrodestra, Giovanni Lentini, che si attesta al 35%, seguito da Salvatore Stuppia, esponente sostenuto da alcune civiche, col 25,2%. Terzo l’avvocato Marco Campagna sostenuto dal Pd. A sostenere Lentini, come ha raccontato Il Fatto, anche Giovanni Lo Sciuto, ex deputato regionale, arrestato nel 2019 con l’accusa di aver creato una loggia massonica segreta e oggi imputato per violazione della legge Anselmi. “Dice che voterà per me, ma questo non mi influenzerà in alcun modo”, aveva assicurato Lentini. A Stuppia, invece, è possibile sia andato il sostegno di alcuni esponenti del Grande Oriente, visto che lui stesso è un esponente del Rito Scozzese Antico e Accettato. “Per me è un privilegio essere massone, i nostri lavori puntano al miglioramento dell’essere umano non a proteggere il malaffare”, aveva spiegato l’aspirante sindaco. “Altra cosa – aveva puntualizzato – è la massoneria deviata, ma quello è un fenomeno che non mi riguarda”. A Castelvetrano, infatti, è presente da sempre una passione per i cappucci e grembiulini. Nel 2016 un rapporto della Digos agli atti della commissione Antimafia documentava in provincia di Trapani l’iscrizione di circa 500 persone in 19 logge, 6 soltanto a Castelvetrano: a casa di Messina Denaro erano massoni 4 assessori su 5, 7 consiglieri su 30, più diversi dirigenti comunali.

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