Filippo Turetta, il 15 e il 18 luglio l’udienza preliminare: dai capi d’imputazione ai nuovi particolari, cosa sappiamo

Tempi rapidi aveva annunciato il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi, e di certo almeno in questo caso la giustizia non avanza col freno tirato: il Gup di Venezia Claudia Maria Ardita ha fissato per il 15 e 18 luglio l’udienza preliminare per Filippo Turetta, il 22enne di Torreglia accusato di aver barbaramente ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin la sera dell’11 novembre 2023 tra Vigonovo e Fossò, nel Veneziano. Il pubblico ministero Andrea Petroni ha depositato ieri la richiesta di rinvio a giudizio del giovane padovano – attualmente in carcere a Verona – e in tempo reale la giudice per l’udienza preliminare ha fatto il passo successivo notificando l’atto anche ai difensori delle parti offese (tra gli altri Stefano Tigani per Gino Cecchettin, papà di Giulia, e Nicodemo Gentile per Elena, la sorella della giovane uccisa; mentre Piero Coluccio tutela il fratello Davide).

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I CAPI DI IMPUTAZIONE

La richiesta di rinvio a giudizio di Filippo Turetta (difeso da Giovanni Caruso e da Monica Cornaviera del foro di Padova) da parte del pubblico ministero Andrea Petroni arriva a meno di un mese dalla chiusura della fase delle indagini preliminari ed evidentemente riprende tutti gli aspetti salienti fissati in quattro capi di imputazione. Turetta è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dalla efferatezza e dallo stalking «poichè – si legge nella richiesta di giudizio – cagionava intenzionalmente la morte di Giulia Cecchettin colpendola con almeno 75 colpi di coltello». Nessun dubbio sulla premeditazione, che potrebbe costare l’ergastolo al giovane padovano: Turetta avrebbe “accuratamente pianificato l’azione omicida” almeno da quattro giorni prima rispetto alla tragica serata di sabato 11 novembre «acquistando quanto necessario per porre in essere il proprio proposito criminoso e la propria fuga (nastro isolante per immobilizzare la vittima, nonchè cartina stradale cartacea per fuggire senza dover utilizzare strumenti elettronici connessi alla rete internet, sacchi neri per occultare il cadavere)». E non mancano particolari inquietanti: Turetta avrebbe progettato nel dettaglio le fasi violente della propria azione tra cui «silenziare la parte offesa con l’uso del coltello, inserendole successivamente un calzino umido in bocca, immobilizzarla in più punti legandole caviglie e ginocchia, nonchè applicandole nastro adesivo su bocca, mani, caviglie e ginocchia».

LA VIOLENZA

E non mancano altri riferimenti alla violenza dell’azione (i ripetuti calci mentre la ragazza era a terra), con crudeltà ed efferatezza testimoniate dalle 75 coltellate inferte «di cui solamente venti derivanti dalla difesa della vittima». Soddisfazione da parte dei legali schierati con la famiglia di Giulia Cecchettin per la rapidità dell’azione giudiziaria. «La procura aveva garantito celerità – osserva l’avvocato Nicodemo Gentile – e devo dire che sono stati di parola. Si tratta di attenzione e tempismo che vanno sottolineati, già da luglio avremo le prime fasi del contraddittorio con l’obiettivo di arrivare davvero a giustizia giusta». Nessuno dei legali che tutela la famiglia della ragazza uccisa fa riferimento al possibile capolinea dell’ergastolo per il giovane reo confesso ma è chiaro che le imputazioni a carico di Turetta sono pesantissime. «Ho comunicato a Gino Cecchettin- osserva l’avvocato Stefano Tigani – la notizia che da oggi (ieri, ndr) Turetta è ufficialmente non più indagato ma imputato dell’omicidio dell’amata Giulia. Con tutte le aggravanti che gli sono contestate. Ovviamente saremo parte civile perché onorare la sua memoria passerà anche dal contribuire a che si arrivi a una sentenza giusta. Ringrazio il lavoro della Procura e dei nostri consulenti Edoardo Genovese e Francesco Zorzi». 
 

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