Alex Marangon, il lapsus dello sciamano Zuin durante le ricerche: «Da quando è m…». L’avvocato della famiglia: è stato gettato giù da qualcuno
VIDOR – Un lapsus che raggela. E in un attimo fa calare una cortina di dubbi sulla figura di Andrea Zuin, il musicista che ha organizzato all’abbazia di Santa Bona la cerimonia sciamanica teatro della scomparsa di Alex Marangon, il 25enne di Marcon trovato morto su un isolotto in mezzo al Piave. Sono a dir poco inquietanti i retroscena e gli audio delle conversazioni mandate in onda nella puntata di “Chi l’ha visto?”, che ieri sera, 10 luglio, ha ospitato in studio i genitori di Alex, Luca e Sabrina. Proprio nel giorno in cui il procuratore Martani, dopo il nuovo sopralluogo in abbazia, ha ribadito le indagini per omicidio volontario. Per la procura il barman è stato ucciso nel parco e gettato agonizzante nel Piave da un’altezza di quindici metri.
Alex Marangon: “Un tuffo gigante dal belvedere” sul Piave, “alcuni hanno sentito un grido e un tonfo”. La prima ipotesi…
Pubblicato da Chi l’ha visto? su Mercoledì 10 luglio 2024
Il lapsus
Ma il 30 giugno, la domenica nella quale i genitori e la sorella di Alex con il cuore gonfio di disperazione, ma anche di speranza, arrivano a Vidor, Alex è solo scomparso. Le ricerche sono nella fase più attiva: carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile. Elicottero, cani, gommoni. Tutti e tutto si muove veloce per trovare il ragazzo vivo. La sorella maggiore di Alex si rivolge ad Andrea Zuin, e lo implora di aiutarli a ritrovare il fratello chiedendo agli altri partecipanti al rito, che nel frattempo ne n’erano andati, di dire ciò che sanno. «Fa in modo che arrivi una chiamata e lo troviamo, ti prego», lo supplica lei. La risposta di Zuin è di ghiaccio. «Sicuramente lo farò, ma non c’è questa possibilità. Ti spiego perché. Da quando è m…, da quando è successa questa cosa – si corregge immediatamente Zuin accorgendosi forse del lapsus – tutti lo abbiamo cercato, ovunque, ma nulla». E poi il musicista va oltre, si rivolge alla madre e le chiede se vuole fare una cerimonia musicale per Alex. «Lo stavamo ancora cercando e lui ci ha detto di cantare per lui perché Alex era in pace, era in cielo». Frasi tanto scioccanti allora come oggi. Quella m.. lasciata sospesa, quel togliere ogni speranza a genitori disperati, quella disconnessione dal dramma che si stava consumando. Zuin era certo del suicidio. «Ma allora – ha chiesto in studio l’avvocato Nicodemo Gentile – Perché non hanno chiamato subito i soccorsi visto che che avevano sentito un tonfo?».
Il racconto
Il guru musicista fin da subito ha dirottato la famiglia verso l’ipotesi suicidio, parlando di immediatamente di un balzo dalla terrazza di pietra dell’abbazia che si affaccia sul Piave. Terrazza che Alex avrebbe raggiunto correndo, a piedi scalzi, dopo essere scappato dalla cerimonia sciamanica in uno stato psico fisico alterato. Ma il padre di Alex in studio ha fatto notare che dall’esame cadaverico i suoi piedi non facevano pensare a una corsa simile, ma anzi gli unici graffi che avevano erano sul dorso, quasi a far pensare, invece, a un’ipotesi di trascinamento. inoltre sotto la terrazza vi è una fitta vegetazione di arbusti e rovi: molto improbabile caderci dentro senza riportare tracce e lasciarle.
La strana telefonata
Dubbi confermati anche dalla sorella del conte Giulio Da Sacco, proprietario dell’Abbazia, nella telefonata riportata da “Chi l’ha visto”. «La domanda su come Alex abbia fatto ad arrivare al Piave è la prima che mi sono fatta – afferma – Uno sconosciuto come era Alex, alle 3 di notte non poteva assolutamente avere accesso al Piave. Non avrebbe saputo dove andare, perché era tutto buio. E ha visto la terrazza? Da lì uno non va nel Piave, cade sui rovi, sugli alberi».
Il retroscena
Misteri, interrogativi, dubbi. Il tutto reso ancor più caotico e confuso dall’omertà, dalle contraddizioni e da una domenica di ricerche che alla luce dell’epilogo che ha avuto la scomparsa di Alex nasconde dettagli che avvolgono di tinte fosche l’intera vicenda. E’ stata la madre a ritrovare lo zaino del figlio nello stanzone nel quale era alloggiato insieme agli altri. «Mi avevano detto che era stato tutto restituito, invece quando sono entrata nella camera la sua roba era lì. Ma sono scomparsi 500 euro e gli oreccchini e i bracciali dai quali lui non si separava mai». E poi quella tunica ritrovata appesa al ramo di un albero a ridosso della spiagetta di sassi. Prima pareva essere stata indossata da Alex, poi a sorpresa la moglie del conte Alexandra ha detto è mia. «Me la sono tolta per cercarlo». Nulla è come appare, nulla ha un filo logico. Gli sciamani, gli ultimi ad aver visto Alex vivo, che lasciano l’italia, i partecipanti alla cerimonia sacra che se ne tornano a casa nel pieno delle ricerche, l’organizzatore che manda amore e luce alla famiglia e ancor prima di trovare il corpo ha già deciso che è suicidio, le tre ore di buco tra la scomparsa e la telefonata ai carabinieri nel quale non si è ben compreso cosa sia accaduto. E tanto, troppo altro. Ciò che resta tangibile e tragico è la perdita di una vita e un dolore senza pace.
Il legale: Alex è stato lanciato
Alex Marangon «più che buttarsi è stato lanciato da qualcuno da un terrapieno». E’ l’ipotesi dell’avvocato Nicodemo Gentile, uno dei legali dei familiari del barista di Marcon. «Seguiremo con la massima attenzione e con dei nostri consulenti tutti gli accertamenti e i sopralluoghi che verranno fatti. Anche perché è necessario capire se ci sono delle situazioni che possono far dire che Alex è caduto o si è buttato da quel terrapieno, se ci sono alberi spezzati, rami, foglie o segni ematici» ha detto. «Chiediamo con forza che siano fatte verifiche anche su tutti i soggetti presenti a quel rituale di cura circa l’uso di sostanze che, se venissero riscontrate, avrebbero alterato il loro ricordo e la genuinità delle dichiarazioni»: a chiederlo è uno dei legali dei familiari di Alex Marangon, l’avvocato Nicodemo Gentile. «Continuiamo a pensare – ha detto all’Ansa – che Alex era andato in questo posto per vivere un momento intimo di serenità e spiritualità e purtroppo è stato trovato morto con grandi botte alla testa. Ci dispiace – ha concluso – che si continuano a fare accertamenti che invece dovevano essere condotti prima».
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