Bozzoli, il figlio di 9 anni ascoltato in Procura, piange e chiede: «Dov’è papà?». La compagna Antonella ha «un’amnesia»

Antonella Colossi dice di aver avuto «un’amnesia», «uno choc dopo la sentenza». E così adesso tocca al figlio che ha appena compiuto 9 anni raccontare quello che è accaduto durante la fuga del papà Giacomo Bozzoli, l’imprenditore latitante dal 1 luglio dopo la conferma definitiva della sentenza di ergastolo per aver ucciso lo zio Mario nel 2015. Nelle prossime ore verranno disposti tempi e modalità per sentire il piccolo in audizione protetta, con il supporto di psicologi, forse con la formula dell’incidente probatorio.

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Il figlio

Il bambino era partito insieme con il padre e la madre, Antonella Colossi, per la vacanza a Marbella, in Spagna. Il 30 giugno scorso, ovvero il giorno prima che il papà lo salutasse chissà per quanto tempo. Insieme a lui saltellava felice con un palloncino blu nella mano destra, bermuda e ciabatte da spiaggia, come si vede nelle immagini riprese nella hall del resort Hard Rock di Puerto Banús, a Marbella.

E adesso chiede in continuazione del padre: «Dov’è?»

L’amnesia della compagna

Se lo chiedono da settimane anche gli inquirenti: Bozzoli è ricercato in tutto il mondo. L’ultima immagine, ad oggi,  certifica la sua presenza in Spagna. Poi più nulla. «Ho cercato invano di convincerlo a costituirsi, poi le nostre strade si sono divise. E non ho idea di dove sia Giacomo» ha ribadito agli inquirenti la compagna Antonella Colossi, certa della sua innocenza, l’altro ieri risentita in Procura dopo l’interrogatorio fiume di venerdì scorso al comando provinciale dei carabinieri, iniziato circa un’ora dopo il suo rientro in Italia con il figlio («ho chiesto passaggi, chiamato Uber e poi mi sono ritrovata su un treno per Milano»). I suoi tanti «non lo so», «non ricordo», «ho perso la memoria per lo choc dopo la sentenza», ancora più di prima, non aiutano gli inquirenti. Nessun elemento utile per trovare Giacomo.

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Suo figlio, è vero, potrebbe non essere in grado di fornire coordinate e riferimenti spazio temporali precisi in relazione al viaggio all’estero, quello che mamma continua a definire «una vacanza e non una fuga»: partenza da Soiano all’alba del 23 giugno, due giorni e altrettante notti a Cannes e poi tappa a Valencia «per portare nostro figlio all’acquario» prima di arrivare in hotel a Marbella, dove la stanza era prenotata dal 20 al 30 giugno. Ma potrebbe, questo sì, fissare e riportare i momenti insieme al padre. Rendendoli più certi. Quel padre latitante e ricercato ovunque: non solo in Africa, meta prossima alla Spagna.

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