Vannacci: «No alla paccottiglia europea, noi Patrioti per le identità. Non voteremo Von der Leyen»

Generale Roberto Vannacci, dopo il boom di preferenze ora il primo incarico come vicepresidente dei Patrioti per l’Europa.

«Si, andiamo avanti senza indugi. D’altra parte, c’è solo un c’è modo per mangiare un elefante: un boccone alla volta…».

Che cosa rappresenta il nuovo gruppo?

«Una compagine compatta di rappresentanti provenienti da dodici Paesi europei che si battono per la libertà di essere europei, per l’identità che li caratterizza e per la sovranità dei loro paesi. Se l’Europa, come fatto sino ad ora, cerca di annacquare, diluire, limare le peculiarità e le sovranità di ogni stato per far rientrare tutti in uno stesso contenitore europeo raggiungeremo solo il minimo comune denominatore in una paccottiglia che pur riunendo tutti non rappresenta nessuno. Questo è uno dei motivi per cui in Europa nessuno si sente cittadino europeo. La nostra sarà una compagine che vuole cambiare questa Europa a trazione sinistra, che non cambia faccia o atteggiamento a seconda dell’occasione e solo per sedersi sul carro dei vincitori, che non si professa identitario e tradizionalista per poi andare a sostenere la presidenza von der Leyen».

Non la voterete?

«Ritengo con ragionevole certezza che nessuno del gruppo voterà per Von der Leyen e, in qualità di vicepresidente del gruppo, metterò a disposizione le mie pregresse esperienze per costituire una centuria affiatata, compatta, sicura di sé, famelica e pronta al combattimento. Ritengo importante costruire una rete di conoscenze e relazioni da coltivare anche al di fuori del gruppo in modo da essere il più influenti possibile e da poter far cambiare rotta a questo carrozzone europeo. Auspico anche di rappresentare al meglio la mia Patria in modo da farla assurgere alla posizione che si merita per storia, capacità, inventiva e determinazione».

Come si è calato nella parte di europarlamentare?

«Ritengo importante avere un ruolo nel campo delle relazioni estere e della sicurezza, del green deal e dell’agricoltura senza perdere di vista il settore che si occupa dei diritti e dell’immigrazione. Ritengo anche importante continuare a coltivare le relazioni transatlantiche nutrendo sempre la speranza che le prossime elezioni di novembre possano servirci una bella sorpresa e l’ascesa di un presidente che si proponga quale uno dei principali obiettivi il raggiungimento della pace tra Russia e Ucraina».

Le elezioni in Francia modificano qualcosa nel quadro politico europeo? È preoccupato per un cambio di rotta con un ritorno in campo da protagonista della sinistra europea?

«Mi preoccupano poco. Vedremo come se la caverà Macron con Melanchon e se questa “alleanza del disonore”, così definita da Jordan Bardella, non costituirà altro che l’anticamera per una vittoria del Front National alle prossime presidenziali».

Lo stop alla destra di Le Pen è un segnale anche per la politica italiana? C’è un rischio che anche in Italia ci possa essere un’alleanza contro la destra?

«In Italia non vi è alcuno stop alle destre, anzi. I risultati alle ultime europee consolidano la compagine di governo che acquista supporto e condivisione. Il cosiddetto “campo largo” a sinistra lo vedo lontano, almeno fino a quando che i temi del Pd continueranno ad essere “ignorare Vannacci”, il Gay Pride e il Festival dell’Unità e considerato il disastro causato dai pentastellati con il bonus 110 e con il reddito di cittadinanza. L’Italia è un paese tradizionalista e fortemente radicato alle proprie radici ed origini, un paese di lavoratori, patria delle arti e dei mestieri in cui l’ozio creativo e la fluidità predicate dalla sinistra si applicano molto male».

Anche qualche giorno fa a Viterbo lei ha riempito la piazza per la presentazione del suo libro. Qual è l’apporto che darà alla Lega?

«Nonostante i tanti detrattori che ogni sera sparlano di me in televisione continuando a falsificare ciò che dico e tentando maldestramente di farmi apparire come un fenomeno da baraccone, c’è tantissima condivisione nella gente comune. Vengo continuamente fermato ogni volta che giro per le strade e in moltissimi mi incitano ad andare avanti senza cambiare direzione. E così farò, armato di determinazione e pragmatismo. Prevedo grandi margini di crescita: in tanti mi incalzano dicendomi “Generale, lei incarna l’ultimo barlume di speranza”. Ci attendono sfide importanti nei prossimi mesi, a partire dalla prossima settimana con l’insediamento a Strasburgo. Ma, come le ho detto all’inizio, c’è solo un modo per mangiare un elefante: un boccone alla volta. Preparatevi al prossimo…».

Emilio Pucci

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Link sorgente : Vannacci: «No alla paccottiglia europea, noi Patrioti per le identità. Non voteremo Von der Leyen»