Docenti, assunzioni dalla scuola materna alle superiori: 45.124 posti per il rientro a settembre. E sui supplenti si cambia. Il decreto

In arrivo oltre 45mila nuovi docenti. Manca meno di un mese all’avvio del nuovo anno scolastico, il 1 settembre prossimo, e gli uffici sono già al lavoro per convocare il personale necessario alla ripresa delle lezioni.

Partono infatti le procedure di assunzione degli insegnanti e cambiano le regole per convocare i supplenti “introvabili”: da settembre entreranno di ruolo 45.124 nuovi insegnanti per la scuola materna, per le elementari, medie e superiori. Intanto per i supplenti arrivano i nuovi mini bandi con cui le scuole, che non trovano il personale nelle graduatorie standard, potranno avviare avvisi pubblici. 

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IL DECRETO
Il decreto ministeriale, pubblicato ieri, autorizza infatti l’assunzione a tempo indeterminato per 45.124 posti, da effettuarsi per l’anno scolastico 2024-2025. Gli uffici scolastici regionali si preparano quindi a convocare i docenti precari, in base alle graduatorie, sui posti vacanti e disponibili che sono rimasti liberi dopo le procedure di mobilità per il prossimo anno. Le immissioni avverranno per metà con i docenti presenti nelle graduatorie ad esaurimento e per metà con i precari presenti nelle graduatorie di merito.

LE REGIONI

Il contingente per le assunzioni è stato individuato in base alle necessità dei territori: la regione che avrà il maggior numero di posti autorizzati è la Lombardia che, vede assegnassi praticamente un quarto delle assunzioni complessive: vale a dire 11.287. Seguono il Lazio che avrà 5.192 nuovi docenti, il Veneto 4.414 e il Piemonte con 3.890. L’Emilia Romagna avrà 3.286 immissioni e la Campania 3106. Si tratta quindi delle regioni più grandi, dal punto di vista del la popolazione scolastica, quindi del numero di scuole e di classi. Ed è così che in queste regioni si concentra il maggior numero di docenti. Ma è anche vero che la Lombardia è tra le regioni con la maggior presenza di insegnanti precari, spesso pendolari dal Sud verso il Nord. È lì che occorre intervenire per dare continuità alla didattica in classe ma anche stabilità al personale. Chiudono la Basilicata con 342 posti autorizzati e il Molise con 175. Nelle graduatorie di merito, da cui si assume per il 50%, sono considerate anche le procedure concorsuali bandite nel 2023: non tutte le prove però potrebbero terminare entro fine agosto e in quel caso si procederà agli accantonamenti, nel numero dei posti a bando o, se inferiore, nel numero dei candidati ammessi alle prove orali. 

INSEGNANTI DI SOSTEGNO
Una strada dedicata è prevista invece per l’assunzione dei docenti di sostegno: la carenza di personale e la necessità di assegnare cattedre stabili fa sì che si possa procedere con le nomine anche da graduatorie provinciali. In che modo? I posti di sostegno vacanti e disponibili che non si riesce a coprire con le immissioni in ruolo verranno assegnati con contratto a tempo determinato, finalizzato al ruolo, ai docenti presenti nella prima fascia delle graduatorie provinciali dei supplenti per i posti di sostegno. Il contratto a tempo determinato viene proposto esclusivamente nella provincia in cui i precari sono iscritti. In base a quanto previsto dal decreto ministeriale tutte le operazioni per individuare i docenti da assumere sono effettuate tramite procedure informatizzate, con il sistema informativo del ministero dell’istruzione e del merito. Saranno poi gli uffici scolastici regionali ad informare i docenti e le scuole interessate.

È prevista anche la pubblicazione di un albo on line, sui siti degli uffici scolastici, dove viene indicata per ciascun docente la sede assegnata. Cambiano le regole anche per i supplenti: qualora le scuole non dovessero trovare il personale da convocare, perché le graduatorie provinciali e quelle di istituto potrebbero rimanere senza iscritti nelle singole classi di concorso, potranno procedere per la prima volta con la pubblicazione di mini bandi sui loro siti. Vanno in pensione quindi le cosiddette mad, vale a dire le messe a disposizione con cui chiunque, con un titolo di studio pertinente, può candidarsi nella singola scuola per una supplenza. Si tratta di una procedura a cui gli istituti hanno sempre fatto ricorso quando non trovavano il personale da chiamare nelle graduatorie provinciali e poi in quelle di istituto.

I PRESIDI 
«Per le scuole si tratta di una novità assoluta – spiega Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio – probabilmente avremo una procedura più ordinata e trasparente. Non arriveranno più nelle scuole le valanghe di mail giunte finora con le mad, ma saranno le scuole a chiederle solo dove necessario. Ovviamente la procedura va gestita al meglio, chiediamo moduli standard con cui procedere con gli avvisi pubblici». Capita infatti ogni anno di dover fare i conti con la carenza di insegnanti ad esempio di matematica, di lingue o di informatica. Adesso non saranno più gli aspiranti docenti a candidarsi ma saranno le scuole a chiamare a raccolta chiunque abbia i requisiti necessari nella singola materia su cui manca il docente. 

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