Giuseppe Molinaro condannato a 14 anni e 8 mesi di carcere: l’ex carabiniere aveva ucciso il rivale in amore

Omicidio Fidaleo, Giuseppe Molinaro condannato a 14 anni e 8 mesi di carcere. Si è concluso alle 15.05 di oggi, 5 settembre 2024, davanti al giudice del Tribunale di Cassino Massimo Lo Mastro il processo di primo grado, celebrato con il rito abbreviato, nei confronti dell’ex carabiniere accusato di aver sparato e ucciso Giovanni Fidaleo, di San Giorgio a Liri, e aver ferito gravemente Miriam Mignano, la donna di Castelforte con la quale aveva da poco tempo interrotto una relazione sentimentale.

Questa mattina l’accusa, al termine della requisitoria, ha chiesto 17 anni e 4 mesi di reclusione chiedendo al giudice la concessione delle attenuanti generiche oltre alla riduzione delle pena per il rito.

Mentre la difesa ha ribadito la ferma volontà di procedere con la perizia psichiatrica.

Un processo che arriva a conclusione dopo un iter interrotto, per qualche mese, dopo la ricusazione, ritenuta inammissibile dalla corte d’appello, del magistrato chiamato a decidere. La famiglia Fidaleo, costituitasi parte civile, è  stata rappresentata dagli avvocati Costanza De Vivo, Raffaele Panaccione e Giuseppe Carnevale, i quali hanno chiesto una “pena esemplare” per il presunto assassino con il rigetto delle attenuanti generiche. 

Giuseppe Molinaro, riprende il processo a Cassino: il carabiniere uccise a colpi di pistola il rivale in amore

Il processo è scaturito da quanto avvenuto il 7 marzo 2023 davanti all’Hotel Nuova Suio, nel sud Pontino. Lì’ex carabiniere Molinaro, originario della provincia di Caserta, venne fermato subito dopo aver sparato a Giovanni Fidaleo, con la sua arma di ordinanza.  

Al militare era stato contestato l’omicidio volontario, per aver ucciso il direttore dell’albergo Nuova Suio di Castelforte, Giovanni Fidaleo; il tentato omicidio, per aver ferito gravemente Miriam Mignano, la 31enne di Castelforte con la quale aveva da poco tempo interrotto una relazione. Ma il pm Chiara D’Orefice ha contestato al 56enne anche lo stalking nei confronti di Mignano e di aver distrutto sette proiettili calibro 9 parabellum, perché fece fuoco utilizzando l’arma d’ordinanza. Infine il furto del telefonino della donna, che sarebbe stato sottratto dopo che lei era riversa a terra, caduta sotto i colpi di pistola. 

Ora si attendono le motivazioni per capire il computo della pena, anche se la difesa dell’uomo, rappresentata dagli avvocati Giampiero Guarriello e Massimo Tamburrino si è detta soddisfatta per aver smontato tre reati: lo stalking, il furto e la sottrazione di proiettili da guerra. 

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