“C’ho una sete di sangue”: così Luca Lucci sbeffeggiava il suo percorso rieducativo. Chi è il capo ultras del Milan fotografato con Salvini
Non aveva preso benissimo il percorso rieducativo voluto dal giudice di sorveglianza, ritendendolo una sostanziale cavolata. Per questo insultava la dottoressa che lo avrebbe accompagnato a San Siro, mimava di offenderla con uno sputo e mandava a quel paese i magistrati. Dalle carte dell’inchiesta sulle curve di Inter e Milan, emerge anche una storia del capo ultrà rossonero Luca Lucci, già diverse condanne sulle spalle e una stretta di mano, risalente al 2018, con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini che scatenò polemiche, nuovamente arrestato nel blitz. Racconta di come alcuni benefici ottenuti non avessero avuto un effetto davvero positivo, almeno stando a quanto raccontava intercettato.
Gli insulti al giudice: “Vai a fare in c…”
È il novembre 2023, mancano poche ore a Milan-Paris Saint Germain e, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti, Lucci si lascia “andare a commenti sdegnosi del percorso rieducativo che sta svolgendo con l’Ufficio del Giudice di Sorveglianza, in particolare irridendo il valore e l’efficacia sulla propria personalità del provvedimento autorizzativo”, che “proprio quella sera gli avrebbe permesso di assistere alla partita di calcio unitamente alla propria famiglia, al suo difensore e alla dottoressa responsabile del percorso riabilitativo”. Ecco l’intercettazione: “Autorizzato dal giudice per riabilitare il mio cervello, capisci? Capisci che stasera mi portano allo stadio per riabilitare il mio cervello!? Allo stadio; fa parte del percorso (…) chissà cosa mi dicono durante la partita, che mi diranno: ‘Vedi? Devi viverla così’ e io faccio: ‘Sìììììì, che bello con la famiglia’, ma vai a fare in c… che c’ho una sete di sangue che solo Dio lo sa!!! Che schifo!!! Vergogna!! Dottoressa puh“.
L’omaggio della Sud all’inizio della stagione
Per Lucci restava comunque un modo di avere accesso a San Siro in occasione delle partite del Milan, venendo anche omaggiato dalla Curva Sud. Lo dimostra un episodio recente, raccontato sempre nell’ordinanza firmata dal gip Domenico Santoro. Lo scorso 17 agosto, Lucci era al Meazza per l’esordio dei rossoneri in campionato. Come ricostruito con una attività mirata degli investigatori, il leader degli ultras milanisti ha assistito alla partita negli Skybox insieme al cantante Emis Killa. Appena inizia la partita, il tributo del settore più caldo del tifo: “È stato visto srotolare ed esporre sulla balaustra del secondo anello un grande striscione con la scritta ‘Il Joker ride sempre Curva Sud Milano’, chiaramente ostentato” in suo onore, scrive il gip, “a conferma del suo ingresso nello stadio”, avvenuto attraverso il garage interrato “che conduce tramite l’ascensore della sala Vip”.
Le accuse e i precedenti
Nell’indagine sono ricostruiti anche i rapporti tra Lucci e Fedez, che svariavano dalla promozione di una bibita ideata al rapper a questioni legate alla potenziale gestione di un noto locale della movida milanese. Insomma, Lucci continua ad accreditarsi anche in mondi lontani dall’ambiente ultras nonostante i suoi problemi con la giustizia. Nell’inchiesta è accusato di essere il “promotore e organizzatore” dell’associazione a delinquere che “distribuisce i compensi derivanti dalle attività illecite” che gravitano attorno al Meazza, “istiga alle attività illecite” gli altri componenti, “mantiene i rapporti con il tifo organizzato di altre squadre” e “ratifica le attività illecite dei suoi sodali”. Nel suo passato, invece, ci sono già una condanna nel 2012 a 4 anni e 6 mesi di reclusione per aver causato la perdita di un occhio a un tifoso dell’Inter, poi suicidatosi, con un pugno, diversi altre misure legate a reati da stadio, un patteggiamento e una recente condanna a 6 anni e quattro mesi per traffico di droga.
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