Fedez e l’aggressione a Iovino (personal trainer di Tony Effe), le intercettazioni: «Il suo amico si è fatto male e lui non l’ha difeso»

È il 23 aprile, il personal trainer Cristiano Iovino è riverso sull’asfalto di via Ulpio Traino a Milano. Aggressione alla quale hanno partecipato il rapper Fedez e il milanista della curva Sud Christian Rosiello. E che, scrive il gip, ha rilevanza «non certo per la presenza di Fedez, quanto piuttosto perché l’episodio comprova come una frangia degli ultras del Milan si sia trasformata in una sorta di gruppo violento dedito a spedizioni punitive, anche su richiesta». Ad assistere al pestaggio ci sono alcuni testimoni, una donna prova a filmare tutto con il cellulare. E riferisce agli investigatori le minacce rivolte a Iovino ancora sdraiato per terra: «Chiedi scusa, devi chiedere scusa, noi torniamo e ti ficchiamo una pallottola in testa».

DISSING

La diatriba era cominciata qualche ora prima nella discoteca The club, per ragioni ancora ignote. Ma le voci si spargono il fretta e il giorno successivo l’albanese Orial Kolaj, campione europeo dei pesi massimi e ultrà di spicco della Lazio amico di Demce e Diabolik, chiama il capo del direttivo interista Andrea Beretta per chiedere spiegazioni, in virtù del gemellaggio rinsaldato tra Lazio e Inter. Che a essere coinvolti fossero elementi della Sud appare chiaro fin da subito grazie a un’intercettazione nel bar di Daniele Cataldo, uomo di fiducia del capo del direttivo milanista Luca Lucci anch’egli presente nel locale. E qui fanno «diretto riferimento in ordine al coinvolgimento nei fatti di Rosiello e Fedez, al quale il primo farebbe ormai da guardia spalle su direttiva di Lucci». Il motivo dell’aggressione, in base agli atti, va ricondotto a dissidi di Fedez: Iovino è il personal trainer del rapper Tony Effe, ora protagonista di un dissing con l’ex marito di Chiara Ferragni, che in quel periodo era in contrasto con il cantante Lazza. Il 30 aprile, nel corso delle indagini sugli affari illeciti a San Siro, viene captata una conversazione tra Fedez e Lucci. Dice il rapper: «Sono proprio tutti stupidi. La cosa è semplice, frate. Tony ha un amico, tutti sanno che quello è amico di Tony, l’amico di Tony si fa male. Siccome Tony deve fare il ragazzetto ghetto non può permettersi che in pubblico si sappia che un suo amico si è fatto male senza che lui poi l’abbia difeso! Perché, a casa mia, lo difendi quando c’ha bisogno, non dopo. Adesso ha imbruttito Lazza, gli ha scritto e gli ha detto: “Se ci sono problemi ne parliamo”. Ma zio, ma non può far brutto a Lazza, vuol dire far brutto a mio figlio, ma ti pare?». Qualche giorno fa Lucci è stato avvistato in giro per Milano con Fedez a bordo di un suv nero, con Christian Rosiello e Islam Hagag il rapper ha trascorso una vacanza estiva in Costa Smeralda immortalata sui social. Un sodalizio d’amicizia e professionale, sostengono gli inquirenti, secondo cui «una sorta di ulteriore settore di operatività» degli ultrà milanisti «riguarda il servizio di bodyguard nei confronti di soggetti noti nel mondo dello spettacolo».

IL LOCALE

Rosiello, di cui viene registrato «il ruolo attivo nell’aggressione in danno di Cristiano Iovino», è stato reclutato come «guardia del corpo di Fedez, che già aveva usufruito di analogo servizio da altro uomo della curva Sud» e che aveva «un buon legame con Luca Lucci». Al quale Fedez sembra rivelare che Tony Effe ha qualche problema con i ragazzi della curva: «Non è che mi posso ricordare le parole incise di Tony Effe, però, ti assicuro che la parola Milan c’era. Al netto di ciò, che non è importante, il tema è l’atteggiamento che loro hanno, ma tanto li becchiamo prima che vengano al bar». È lo stesso cantante a chiarire l’uso del plurale: «Tony e l’amico Jimmi palestra», soprannome che ha affibbiato a Iovino. I rapporti tra il rapper e Lucci, rivela l’inchiesta, si sono cementati rapidamente. Se le prime telefonate riguardano la possibilità di vendere allo stadio la bibita Boem, lanciata dal cantante, presto gli affari si diversificano e l’amicizia sembra crescere. In una cena del 2 gennaio scorso cominciano a «tessere preliminari accordi in ordine all’acquisizione, in società tra di loro», del locale “Old Fashion”. C’è il problema dei precedenti penali di Lucci, ma il capo ultrà ha una soluzione anche per questo: si dice disponibile a farla gestire, per suo conto, da una terza persona.

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