Russia, perché i jet violano (di continuo) lo spazio aereo Nato? La strategia di Mosca e il rischio escalation

Negli ultimi tempi, il continuo sorvolo di aerei militari russi nei pressi dei confini della Nato ha alimentato timori crescenti di un possibile errore di calcolo che potrebbe avere conseguenze disastrose. Queste incursioni aeree, avvenute sia sul lato orientale che occidentale dell’Alleanza, sono percepite come intimidazioni strategiche, ma rappresentano anche un serio rischio per la sicurezza internazionale.

Il 23 settembre, il Norad (Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America) ha registrato un episodio particolarmente inquietante: una caccia russa Sukhoi Su-35 ha sorvolato pericolosamente un F-16 statunitense. La manovra, definita “pericolosa” e “non professionale”, ha messo in pericolo entrambe le forze aeree e sottolinea l’alto livello di tensione che persiste tra le potenze. Non è stato un episodio isolato: pochi giorni prima, il Ministero della Difesa russo ha diffuso filmati di un bombardiere strategico Tu-95MS in volo vicino alle coste dell’Alaska, un chiaro segnale delle capacità militari di Mosca. Ma episodi del genere si verificano in continuazione da quando è esplosa la guerra tra Russia e Ucraina per sottolineare che l’alta tensione tra Mosca da un lato e il blocco occidentale dall’altro.

Settembre è stato un mese particolarmente movimentato per il Norad, che ha segnalato diversi avvistamenti di velivoli russi, tra cui Ilyushin Il-38 e Tupolev Tu-142, nei pressi della zona di identificazione della difesa aerea dell’Alaska (ADIZ). Questa zona, che circonda lo spazio aereo sovrano di Stati Uniti e Canada, richiede l’autorizzazione per l’ingresso, altrimenti gli aerei rischiano di essere intercettati. Nonostante questi episodi non siano considerati una minaccia immediata, il contesto geopolitico teso, soprattutto dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, li rende motivo di preoccupazione.

Le incursioni aeree russe

Un esperto ha spiegato a Newsweek che l’obiettivo di questi voli è mantenere la Nato in costante stato di allerta, dimostrando la persistente forza militare della Russia. Il NORAD ha affermato che l’attività della Russia “non è vista come una minaccia” e Mosca ha sottolineato che il volo avviene su “acque neutrali”, ma avviene in un periodo di forti tensioni in seguito all’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin .

Il numero di intercettazioni di aerei russi nello spazio aereo della NATO ha subito un’impennata dopo l’annessione della Crimea nel 2014, per poi esplodere con l’invasione dell’Ucraina nel 2022. Solo nel 2023 il numero di intercettazioni è tornato a livelli più vicini alla norma pre-conflitto, con circa 300 casi segnalati, in particolare nella regione del Baltico. Ma il rischio rimane elevato, soprattutto a causa del comportamento pericoloso dei piloti russi, spesso privi di transponder attivi (un dispositivo posizionato su un satellite che invia automaticamente segnali in risposta alla ricezione di un segnale diverso) o piani di volo comunicativi, aumentando così la probabilità di incidenti.

Le incursioni aeree russe fanno parte di operazioni psicologiche (psyops) risalenti alla Guerra Fredda, con l’obiettivo di tenere i rivali in stato di tensione e spingere le forze NATO ad attivare radar e sistemi di difesa, testando così la loro prontezza. Queste provocazioni, tuttavia, portano con sé il rischio di un’escalation involontaria, come avverte lo storico Sergey Radchenko, professore alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies. L’incidente del 1° settembre 1983, quando un aereo civile della Korea Airlines in rotta da New York a Seul, fu abbattuto dai sovietici, dimostra quanto le tensioni internazionali possano portare a tragici errori di calcolo. «In quel caso l’aumento delle tensioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica portarono Mosca ad essere in ansia per un attacco preventivo».

Anche il 1° aprile 2001, una collisione in volo tra un aereo da intelligence EP-3E ARIES II della Marina degli Stati Uniti e un intercettore J-8 dell’aeronautica militare cinese causò un incidente internazionale.

Gli esperti militari avvertono che una gestione attenta e professionale delle intercettazioni è cruciale per evitare incidenti simili. Tuttavia, le esercitazioni congiunte tra Russia e Cina, come quella avvenuta questo settembre nel Mare di Okhotsk, per un’esercitazione navale congiunta denominata Beibu/Interaction-2024, ha evidenziato un’alleanza tra Mosca e Pechino rafforzata. 

Il rischio escalation

Sebbene gli episodi di intercettazione non siano eventi nuovi nel panorama delle relazioni tra la Russia e la Nato, la loro intensità e frequenza nell’ultimo decennio riflettono un ambiente geopolitico sempre più teso e pericoloso. Robert Murrett, vice ammiraglio statunitense in pensione e vicedirettore del Syracuse University Institute for Security Policy and Law, ha affermato: «C’è sempre il rischio di incidenti quando si vola in prossimità», ha detto Murrett. «L’abilità marinaresca e di pilotaggio sono molto importanti e la professionalità ha un prezzo elevato e se non viene rispettata, potrebbero certamente verificarsi incidenti».

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