Iran-Israele, una guerra totale o un attacco o una prova di forza? Tel Aviv punta gli impianti petroliferi, Teheran minaccia gli Usa
Manca poco ai 365 giorni di guerra in Medio Oriente ma il conflitto non sembra essere vicino al termine. Le tensioni in questi mesi si sono espanse a macchia d’olio, coinvolgendo le potenze militari limitrofe. Le porte del tempio di Giano si sono appena spalancate e l’ultimo attacco missilistico dell’Iran ad Israele è stato un atto intimidatorio, un presagio di una strage che deve ancora consumarsi.
Cosa succede in Medio Oriente?
Non è la prima volta che l’Iran colpisce Israele nel 2024. Quello di martedì è il secondo attacco in pochi mesi ma l’entità dell’operazione è senza precedenti. Ieri notte 200 missili sono volati sul cielo di Tel Aviv. Una strage annunciata e neutralizzata dall’esercito, che arriva dopo le migliaia di morti e feriti in Libano causati dagli attacchi terroristici israeliani delle scorse settimane, la morte dell’ex capo politico di Hezbollah Hassan Nasrallah e una guerra di terra portata avanti nello stesso Paese. «L’Iran ha commesso un grosso errore stasera e ne pagherà le conseguenze», ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu poche ore dopo e con lui l’ex presidente americano Joe Biden esprime la sua solidarietà al popolo israeliano e chiede tregua: «Questa mattina con la vicepresidente abbiamo riunito il consiglio per la sicurezza nazionale per parlare dei piani dell’Iran sul lancio di un attacco contro Israele. Abbiamo parlato di come gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare Israele a difendersi contro questi attacchi e proteggere il personale americano nella regione». Ma Tehran non arresta la sua battaglia dichiarando di essere pronta allo scontro con chiunque si schieri dalla parte del nemico. Da quando è iniziata la guerra di Israele a Gaza, le truppe statunitensi sono state anche bersaglio di attacchi crescenti da parte di gruppi per procura sostenuti dall’Iran. A gennaio, tre soldati dell’esercito statunitense sono stati uccisi e più di 30 membri del servizio sono rimasti feriti in un attacco con drone a un piccolo avamposto statunitense in Giordania. Ma il segretario alla difesa Lloyd Austin ha affermato che gli USA «non esiteranno mai» a proteggere le forze e gli interessi americani in Medio Oriente, e che restano pronti a difendere Israele.
Cosa succederà in Medio Oriente?
Finora tutti i negoziati tra i Paesi sono falliti e l’Iran cerca vendetta. L’ultima operazione mirava alla distruzione di obiettivi di sicurezza e militari israeliani, in risposta all’uccisione da parte di Israele di Hassan Nasrallah, avvenuta durante la cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, e di altri comandanti, tra cui Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas, avvenuta in Iran lo scorso luglio. Dei sacrifici necessari, fanno sapere da Tehran, per prevenire una sanguinosa risposta da parte di Hezbollah. L’analisi delle strategie di guerra in Medio Oriente da parte di funzionari statunitensi fa emergere che, nonostante gli scontri passati, né l’Iran né il Libano desiderino una guerra totale con Israele ma la preoccupazione più grande per i diplomatici americani resta il nucleare.
Le strategie
Il rischio che Israele possa attaccare le basi nucleari dei Paesi vicini resta alto. L’ex primo ministro israeliano Naftali Bennett ha esortato a prendere di mira il programma nucleare iraniano. Dall’altro fronte, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha dichiarato che l’operazione di martedì rappresenta «solo una parte del nostro potere» e, nel frattempo, Hezbollah continua a rappresentare una minaccia significativa per disponendo di un vasto arsenale di risorse militari. Secondo quanto riferito alla testata americana Axios da funzionari israeliani, la risposta di Netanyahu potrebbe anche colpire gli impianti di produzione petrolifera iraniani nel giro di pochi giorni. Altri possibili obiettivi sarebbero il sistema di difesa aerea del Paese e l’assassinio di personaggi di spicco. Daniel Hagari delle Forze di difesa israeliane ha dichiarato: «Siamo in stato di massima allerta sia in difesa che in offesa.
Proteggeremo i cittadini di Israele. Questo lancio di missili avrà delle conseguenze. Abbiamo dei piani e agiremo nel momento e nel luogo che sceglieremo».
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