Iran, missili ipersonici Fattah per l’attacco a Israele: cosa sono e come funzionano
Un gradino dopo l’altro, l’escalation continua. E prende velocità. In Medio Oriente Teheran, per la prima volta, usa i missili ipersonici Fattah per attaccare Israele. «L’Iran è ora in stato di guerra, affronteremo tutti i Paesi che sosterranno Israele» dice il ministro dell’Intelligence iraniano. E Khamenei promette una nuova offensiva «più forte e dolorosa». «Siamo pronti a rispondere, l’Iran pagherà» fa sapere il portavoce dell’Idf, le forze di difesa israeliane. «E anche nelle prossime ore l’aeronautica militare continuerà a condurre attacchi potenti in tutto il Medio Oriente». E poi parla Netanyahu che assicura prima della riunione del Gabinetto di sicurezza: «L’Iran ha fatto un grosso errore stasera e ne pagherà le conseguenze». La notte è lunga, mentre in Israele la popolazione esce dai rifugi, rimbalzano le immagini dei crateri causati dall’attacco, i resti dei missili, colpita anche un’area universitaria dove, ovviamente, non c’era nessuno. Il Pentagono: «Questo attacco iraniano ha avuto una forza doppia rispetto a quello di aprile». I Pasdaran, che hanno ribattezzato l’attacco “True Promise 2”, sostengono di avere distrutto tre basi militari israeliane e apparecchiature radar.
ALLARME
Sono state ore drammatiche: prima l’avanzata di terra cominciata e confermata dagli israeliani in Libano; poi il grande attacco missilistico iraniano quando il cielo si è illuminato a Tel Aviv, a Gerusalemme e in altre città dello Stato ebraico. Erano le 19.30 (le 18.30 in Italia). Lanciati 180 tra missili balistici e droni, con una mossa che era stata preannunciata dagli americani che avevano allertato l’alleato israeliano. I cittadini dello Stato ebraico, informati per tempo dalle autorità, sono corsi nei rifugi o si sono nascosti ai lati della strada e sotto le automobili, mentre le sirene risuonavano acute in un Paese che poco meno di un anno fa, nell’ottobre del 2023, affrontava lo choc per il massacro compiuto da Hamas. Il diluvio di fuoco dei missili iraniani, arrivati in due diverse ondate durate poco meno di mezz’ora, è stato trasmesso in diretta da diversi network, locali e stranieri. «Questa è la vendetta per l’uccisione di Nasrallah – leader di Hezbollah – ma anche di Haniyeh – capo politico di Hamas» hanno detto da Teheran, mentre a Gaza hanno festeggiato. Non solo: decine di palestinesi, spiega Times of Israel, «hanno iniziato ad avvicinarsi alle forze israeliane nel corridoio di Netzarim, nella Striscia di Gaza centrale» e i militari hanno esploso diversi colpi d’arma da fuoco. Esultanza anche da parte degli Houthi nello Yemen. Ancora: la parte di popolazione che sostiene Hezbollah, in una città complessa come Beirut, ha celebrato l’attacco missilistico dell’Iran, secondo quanto ha riportato Al Jazeera che ha spiegato: «In città vengono sparati senza sosta colpi di arma da fuoco e fuochi d’artificio». Diversamente dall’aprile scorso, quando ci fu un analogo attacco, con caratteristiche più riconducibili a una dimostrazione di forza quasi coreografica, l’Iran voleva colpire sul serio obiettivi militari e civili, ma l’Iron dome, la difesa antimissile israeliana, e il contributo di Usa e Giordania, hanno ridimensionato i danni e il bilancio finale, per gli ayatollah, è stato più simbolico che concreto, anche se non da non sottovalutare. Da Washington confermano il ruolo giocato dagli Usa. Ricorda la Cnn: «Secondo un funzionario della difesa statunitense, i cacciatorpedinieri della Marina statunitense nel Mar Mediterraneo orientale hanno intercettato missili balistici iraniani». Decollati anche decine di caccia intercettori. Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris erano nella Situation Room della Casa Bianca per «monitorare l’attacco iraniano contro Israele», ha ricordato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Sean Savett. Il presidente «ha ordinato all’esercito statunitense di aiutare la difesa di Israele contro gli attacchi iraniani e di abbattere i missili».
D’altra parte Teheran non poteva mostrarsi inerme agli occhi dei suoi proxy – Hamas, Hezbollah e Houthi in primis – dopo le azioni letali messe a segno negli ultimi mesi, perfino nel cuore della capitale iraniano, da Israele. Quando è cessato l’allarme, l’Idf ha parlato di un morto causato dall’attacco missilistico. E non è un ebreo: è un palestinese, originario della Striscia di Gaza, colpito dalle schegge di un missile a Jerico, in Cisgiordana. Ci sono stati anche due feriti lievi. «Alcuni missili iraniani lanciati contro Israele sono caduti nel Centro e nel Sud di Israele. Il sistema di difesa antiaerea ha effettuato molte intercettazioni» è l’analisi dell’Idf. E paradossalmente – e drammaticamente – ha causato più vittime l’attentato a Jaffa, poche ore prima, in cui sono morte sei persone colpite a una fermata della metro di superficie da due terroristi armati di fucile. In sintesi: sono state più letali un paio di armi da fuoco da poche migliaia di euro della raffica di sofisticati missili dal valore di centinaia di milioni di euro. «Israele ha effettivamente sconfitto l’attacco dell’Iran» ha commentato il segretario di stato Antony Blinken. Anche se, come si vede in molte immagini, diversi missili hanno superato il sistema di difesa israeliano e sono esplosi a terra. Teheran ha confermato l’utilizzo di missili balistici “ipersonici” Fattah-1, tra i più sofisticati a disposizione dal 2023 dell’Iran. Secondo la tv di Stato iraniana, con una ricostruzione propagandistica che oggettivamente è contraddetta con le testimonianze e le immagini che arrivano da Israele, «l’80 per cento dei missili lanciati oggi da Teheran contro Israele hanno colpito i bersagli previsti».
Quando l’Idf ha detto agli israeliani che potevano uscire dai rifugi, attorno alle 20.30 (ora locale), è arrivato il momento di soppesare con attenzione le dichiarazioni ufficiali che, appunto, sembrano salire altri gradini di una pericolosa escalation. Daniel Hagari, portavoce dell’Idf: «Siamo in stato di massima allerta per la difesa e l’offensiva, proteggeremo i cittadini di Israele. Questo attacco missilistico avrà delle conseguenze. Abbiamo dei piani e agiremo nel momento e nel luogo che sceglieremo. Ci saranno delle conseguenze».
MINACCE
Quasi contemporaneamente la delegazione iraniana alle Nazioni Unite, ha fatto sapere agli israeliani: se reagirete a questo attacco, colpiremo ancora più duramente. Queste le parole usate: «Se Israele dovesse osare rispondere o commettere ulteriori atti di malevolenza, ne conseguirà una successiva e schiacciante risposta. Gli stati regionali e i sostenitori dei sionisti sono invitati a separarsi dal regime». Parla anche la Guida suprema, Ali Khamenei: «La vittoria viene da Dio e la conquista è vicina». A Teheran si sono radunati gruppi di persone davanti all’ambasciata palestinese sventolando la bandiera di Hezbollah. Si stanno definendo gli schieramenti internazionali: Teheran ha informato Mosca prima di attaccare, mentre la Casa Bianca ha rinnovato il sostegno militare a Israele e la Giordania ha contribuito all’abbattimento di missili e droni in arrivo da Teheran. Alcune indiscrezioni raccontano anche del tentativo di Netanyahu di parlare con Putin per convincere l’amico iraniano a non attaccare, ma il tentativo non avrebbe dato frutti.
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