L’Iran potrebbe aver violato le migliori difese aeree al mondo ma non ha sparato tutti i missili contro Israele ecco perché

Martedì l’Iran ha lanciato circa 180 missili balistici in un massiccio bombardamento aereo su Israele, la maggior parte dei quali è stata intercettata dalle difese aeree israeliane. Ma alcuni sono riusciti a superare i molteplici livelli dei sistemi missilistici terra-aria predisposti.

L’Iran ha avviato “Operazione Vera Promessa 2” dopo la precedente “Operazione Vera Promessa”, durante la quale ad aprile era stato lanciato un attacco senza precedenti con droni e missili contro Israele, in risposta all’assassinio dei suoi funzionari e all’aggressione alla sua ambasciata a Damasco.

Ieri sono state prese di mira tre basi militari: Nevatim, Hatzerim e la base aerea di Tel Nof. Secondo funzionari dell’Aeronautica militare israeliana e dell’Intelligence Corps, i missili lanciati dall’Iran ieri sera sono i più avanzati di cui dispone ma contrariamente alle affermazioni di Teheran, l’Iran non ha sparato un missile ipersonico. I danni alle infrastrutture e alle proprietà nelle aree civili sono stati «solo di lieve entità», probabilmente causati da schegge di missili intercettatori. L’esercito non ha voluto dire qual è stato il tasso di intercettazione nell’attacco di martedì, spiegando di non fornire i particolari per evitare di «dare all’Iran e a Hezbollah informazioni che li aiuterebbero a imparare la lezione».

L’Idf ha inoltre dichiarato che le difese aeree del Paese hanno «funzionato in modo impressionante, con alti tassi di intercettazione».

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I filmati che circolano sui social media sembrano mostrare alcuni fasci di luce che si infrangono sul terreno e i danni che ne conseguono. Alcuni missili potrebbero essere riusciti a sconfiggere uno dei sistemi di difesa aerea più solidi al mondo. Gli analisti sostengono sia prematuro dirlo ma ci sono dei segnali 

Nel primo attacco su larga scala contro Israele , l’Iran ha utilizzato una combinazione di circa 300 missili e droni. Si stima che quella operazione di aprile sia costata a Israele e ai suoi alleati circa 1,5 miliardi di dollari impiegati solo per contrastare il bombardamento. C’è anche il problema che i razzi intercettori sono limitati in numero e gli sforzi occidentali per aiutare l’Ucraina a difendere le sue città dai bombardamenti russi hanno consumato risorse significative in quest’area.

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E siccome sia ​​Israele che l’Ucraina dipendono in larga misura dagli Stati Uniti per questi intercettori, è necessario scegliere. «Non sappiamo ancora quanti missili Israele abbia deciso di lanciare, qualsiasi numero di missili atterri in aree che non causeranno molti danni alla vita umana o alle infrastrutture… sceglieranno di lasciarli passare», ha detto al quotidiano britannico Telegraph Samuel Hickey del Center for Arms Control and Non-Proliferation.

Decisioni come questa potrebbero aiutare Israele a conservare le munizioni degli intercettori per altri, futuri, attacchi sul suo territorio. Poiché sussistono reali preoccupazioni circa la scarsità di intercettori per la difesa aerea, si teme che l’Iran possa tentare di sopraffare Israele con un bombardamento su larga scala, ragiona l’esperto.

«Sembra che l’Iran abbia lanciato meno missili ma più avanzati, ma se questo dovesse degenerare in un conflitto, è qualcosa di cui Israele probabilmente è a conoscenza», ha detto Hickey. «Potrebbe essere una ragione per non far degenerare la situazione in un conflitto vero e proprio», ha concluso.

Sarebbe questo, dunque, il segnale che la vendetta iraniana si è compiuta ma non andrà fino in fondo evitando di far scoppiare una guerra regionale di proporzioni enormi.  L’Iran «non ha assolutamente alcun interesse a una guerra più ampia», ribadisce a nemmeno 24 ore di distanza dall’attacco la portavoce del governo di Teheran, Fatemeh Mohajerani. 

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