Luigi Orsato, condannato a un anno e mezzo lo stalker di 90 anni che perseguitava una famiglia

Avevano acquistato la villetta dei loro sogni: quella casa a Zermen, in comune di Feltre, era il luogo ideale per una famiglia con genitori e due figlie, delle quali una ancora adolescente. Ma quella scelta si è trasformata in un incubo. Vi è piombata la famiglia feltrina dal 2018 e non è ancora finito. Un vicino li avrebbe perseguitati cambiando la loro vita, strappando la serenità: non potevano uscire a prendere la posta dalla cassetta, la piccola di casa non poteva andare a giocare in giardino, la sorella più grande si è trasferita in altro appartamento per la paura di quella persona. Ieri è arrivata una prima risposta: l’uomo un 90enne, Luigi Orsato, è stato condannato a un anno e mezzo di reclusione. È stato riconosciuto responsabile reato di staling aggravato. E la famiglia, che era costituita parte civile con l’avvocato Davide Fent, ha visto accolta la propria richiesta di provvisionale di 12mila euro. L’anziano dovrà versare questo risarcimento ed è stato condannato anche a pagare le spese legali. Mai guai giudiziari per Orsato, difeso dall’avvocato Valentino Cirri del Foro di Treviso, non sono finiti. Il 10 ottobre finirà di fronte al gip di Belluno per altri episodi di stalking, successivi a quelli per i quali è stato giudicato ieri.

I FATTI

La vicenda ricostruita in tribunale a Belluno, che si è conclusa con la sentenza pronunciata dal giudice Paolo Velo, è relativa a fatti avvenuti a Feltre tra settembre 2020 e settembre 2021. Orsato, classe 1934, era già stato raggiunto dal provvedimento di ammonimento dal questore nel dicembre 2019. Ma non si era fermato. Gli insulti erano quotidiani, l’uomo avrebbe detto frasi del tipo: «Se tutti matti, famiglia de matti» e avrebbe mimato il taglio della gola. Poi le minacce: «No vede l’ora de spacarte la faccia con do pugni, te la fae pagar sta attento te ciape e te spache la faccia», facendo il pugno con la mano. E gli appostamenti, anche inseguimenti. Il 31 luglio 2021 ad esempio, secondo quanto riportato dall’accusa, si sarebbe fermato con la propria autovettura di fronte alla casa della famiglia suonando ininterrottamente il calcson per diversi minuti. Poi quando si è trovato a tu per tu con il capofamiglia avrebbe detto: «No vede l’ora de trovarte par darte tre pugni sul muso e spacarte la faccia, cori cori che imen conta de i de tuti i color». Il clou il 18 settembre 2021 quando uscito di casa avrebbe sparato 6 colpi di arma, probabilmente una scacciacani.

NUOVO PROCESSO

Ora il nuovo procedimento approderà di fronte al giudice il 10 ottobre. Altri fatti, altre denunce da quella famiglia che ormai non può nemmeno più cenare sul portico di casa.

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