«Maria Campai ha provato a difendersi disperatamente», l’autopsia . Il 17enne dopo l’omicidio ha inviato un messaggio alla sorella della vittima: «Sto con un ragazzo amorevole»
L’autopsia sul corpo di Maria Campai, eseguita martedì primo ottobre, aggiunge ulteriori elementi relativi alla sua morte. La donna romena, 42 anni, mamma di due figli, è stata massacrata da un ragazzino di 17 anni nel garage della sua famiglia a Viadana, in provincia di Mantova. E’ stata strangolata con braccio e avambraccio «con una mossa da wrestling», come ha ammesso lui stesso, appassionato di Mma, lo sport da combattimento. Ma prima presa a pugni e spinta con violenza contro il muro del box dove lui studiava e si allenava. «Una violenza inaudita e lei ha cercato disperatamente di difendersi».
Maria Campai, il baby killer di Viadana si ispirava alle serie tv: «Sarò Brian di Dexter»
Le ricerche sul web
L’omicidio è stato premeditato.
Lui aveva cercato su internet come uccidere a mani nude inneggiando a Filippo Turetta, l’omicida di Giulia Cecchettin, scrivendo «io sto col bravo ragazzo» e sul suo profilo Instagram il giorno prima dell’arresto ha messo una sua foto con scritto ‘Brian Moser’, killer di prostitute della serie Dexter. L’impianto accusatorio nei confronti del 17enne studente all’Itis di Viadana, cittadina del Mantovano dove abita con la famiglia (i genitori sono operai), resta in piedi in tutto il suo macabro retroscena: omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Reati compiuti tutti da solo, senza complici, sembra ormai assodato. Il ragazzo ha ucciso la 42enne che aveva contattato su una chat di incontri a pagamento.
Il falso messaggio alla sorella dopo l’omicido
All’apparenza era un bravo ragazzo che durante la settimana in cui si cercava ovunque Maria Campai, aveva continuato ad andare a scuola e a frequentare la palestra come se nulla fosse. Un ragazzo che, però, nella sua cinica spietatezza aveva dimostrato sangue freddo: non solo dopo aver ucciso Maria ne aveva trasportato il cadavere nel giardino della villetta vicina al garage della sua famiglia dove aveva consumato l’omicidio dopo un rapporto sessuale, adagiandolo sotto un albero e coperto di fogliame, ma subito dopo si era premurato di inviare un falso messaggio alla sorella, dal cellulare della vittima, per tranquillizzarla, informandola che aveva trascorso una serata piacevole e che sarebbe tornata in taxi. Quel telefonino che non si trova più e che il ragazzo avrebbe detto di aver gettato in un cassonetto dei rifiuti la sera stessa del delitto. Poi gli investigatori dovranno interrogarsi sul movente. Dalle accuse confermate dal Gip emergerebbe un quadro inquietante. . A detta degli inquirenti Maria Campai, che dopo la separazione dal compagno viveva a Parma a casa della sorella – i figli, entrambi ventenni, erano rimasti con il papà, in Toscana – è stata la prima donna contattata dal 17enne su di un sito per incontri.
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