Zanetti al capo degli ultrà: «La Polizia vi monitora». Tutte le intercettazioni
Telefonate al mister, incontri con i calciatori, spifferi su indagini in corso da parte di figure apicali della società. I pm, nella richiesta di custodia cautelare, le definiscono «situazioni tossiche». Un sistema di «convenzioni tacite» nel quale personaggi di spicco dell’Inter hanno ceduto alle pressioni degli ultrà, dimostrando come la struttura organizzativa «sia del tutto inadeguata a fronteggiare non solo la criminalità mafiosa, ma anche quella comune». Dal vicepresidente nerazzurro Javier Zanetti, emerge da un’intercettazione, il capo tifoseria Marco Ferdico apprende che «ci sono dei funzionari di polizia che stanno monitorando la curva, anche ciò che è successo al povero Vittorio morto tragicamente in strada». Cioè Vittorio Boiocchi, capo del direttivo ucciso a ottobre 2022. Ed è con giocatori Hakan Calhanoglu, Nicolò Barella e l’ex Juan Cuadrado che si sfoga sulla spinosa questione dei biglietti per la finale di Champions a Istanbul.
SERVILISMO
Nella lista dei testimoni che i pm Paolo Storari e Sara Ombra si apprestano a convocare potrebbero esserci nomi di spicco: l’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, Zanetti, l’ex difensore Milan Skriniar e il capitano del Milan Davide Calabria, riconosciuto dagli investigatori come l’uomo in un bar di Cologno Monzese a febbraio 2023 insieme al capo della curva Sud milanista Luca Lucci. Per garantirsi affari prosperi le due squadre hanno stretto un «patto di non belligeranza», le modalità dei due direttivi sono aggressive. Come dimostra Ferdico in una telefonata del 17 aprile 2023: «Li metto con le spalle al muro. Perché in campionato fate schifo e non vi impegnate? Vado con tremila persone e gli ribalto la Pinetina». Secondo i pm l’Inter di oggi, «alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni». Per il gip i verbali dei dirigenti ascoltati nel corso dell’inchiesta brillano per «reticenza» e «servilismo», come quello di Massimiliano Silva, addetto ai rapporti con la tifoseria, che rende manifesta a Ferdico «il timore che dietro le quinte ci fossero velate indagini giudiziarie». L’equilibrio precario tra ultrà e società rischia di andare all’aria in vista della finale di Champions a Istanbul, quanto la curva si ritrova con 800 biglietti rispetto ai 1.500 promessi e il direttivo vede sfumare i guadagno. Ferdico si rivolge direttamente a Inzaghi che, scrive il gip, era già al corrente dei problemi tra la società e la Nord. E di fronte alle pressioni dell’ultrà che minaccia uno sciopero del tifo alla finale di Coppa Italia si barcamena: «Allora Marco, leggo il messaggio che la curva non canta a una finale. Io mi sono imbestialito, non con voi ma con la società. C’erano lì chi sai tu della società, ho detto: “Mancano quattro ore, cercate di sistemare sta roba”. Perché la Fiorentina è 22 anni che non fa una finale e arrivano 33.000 indiavolati, i nostri sono arrivati 35.000 indiavolati nonostante la quinta finale. Vedete di risolverlo. E loro mi dicono: “Ma mister, risolvetelo”».
LA BIRRA
Nella sua incessante ricerca dei biglietti, Ferdico non esita a contattare vecchie glorie dell’Inter come Marco Materazzi, che condivide il malumore dell’ultrà, spiega di avere affrontato la questione con un dirigente e gli rivela il motivo per cui la società ha dimezzato il numero di tagliandi riservati alla curva: «I biglietti da 80 euro li rivendono a 900». Poi però si impegna a intercedere con il club: «Fammi provà». Interessamento, secondo gli inquirenti, non privo di tornaconto. Materazzi, non indagato come dirigenti e calciatori, ha partecipato a una riunione per «la pubblicizzazione della birra» da lui «commercializzata», con la «promessa» di Ferdico e dell’ex capo del direttivo Andrea Beretta «a impegnarsi affinché si concretizzasse la vendita esclusiva nell’eventuale prossimo stadio interista». E sempre all’ex difensore nerazzurro Ferdico racconta di aver incontrato i giocatori Hakan Calhanoglu e Nicolò Barella, «per parlare delle criticità sorte per i biglietti di Champions». Raccogliendo «perfino le lamentele del calciatore turco per il comportamento della società». Con Calhanoglu l’ultrà «avrebbe dovuto trascorrere» una serata in famiglia ad agosto 2023, tra gli invitati anche Antonio Bellocco, erede dell’omonima costa di ‘ndrangheta ucciso a settembre. Che per il giocatore turco pare avesse una passione: «Ferdico lo avrebbe incontrato ricevendo in dono magliette ufficiali consegnate poi a Bellocco».
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