Il Maxxi, la mostra sul Futurismo, le radici di destra: il ministro Giuli nel mirino di Report. Meloni lo blinda
L’orgoglio identitario e politico, le radici di destra, la testimonianza del Fondatore di Meridiano Zero, la stagione alla direzione del Maxxi, il ruolo nell’organizzazione della mostra sul Futurismo. Per Alessandro Giuli, ministro della Cultura, l’ora X della messa in onda di Report di Sigfrido Ranucci con le inchieste di Giorgio Mottola sul variegato e variopinto mondo che ruota attorno alla cultura italiana, è arrivata.
Dopo che il succo dell’inchiesta era già stato in parte anticipato e centellinato con anteprime di clip sui canali social della trasmissione. E con dichiarazioni che hanno fatto tremare per la tenuta dello stesso governo e che hanno, pur se indirettamente, portato alle dimissioni da capo di gabinetto del suo braccio destro, Francesco Spano, arrivato con lui al Collegio Romano direttamente dal Maxxi.
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In un crescendo di tensioni, dentro il governo e dentro FdI, che sono arrivate fino ad oggi quando, a poche ore dalla trasmissione, la premier Giorgia Meloni ha incontrato faccia a faccia il ministro. Un pranzo per fare il punto sulle future attività del ministero, riferiscono ambienti di palazzo Chigi: insomma, un sostanziale invito della premier ad andare avanti. Il chiarimento arriva dopo che lui stesso non aveva usato mezzi termini per rivendicare pubblicamente la sua «indipendenza» dai riti e dalle pressioni dei politici di mestiere, anche del suo partito. E dopo aver sottolineato l’accento «progressivo» che intende dare al suo mandato ministeriale. E su cui, aveva assicurato, ci sarebbe il beneplacito della presidente del Consiglio.
La paura di uno showdown insomma non sembra essere alle porte anche se l’incontro avviene all’incirca mentre scoppia la polemica del sindacato dei giornalisti della Rai timoroso che i contenuti dell’inchiesta di Report siano stati fatti vedere a palazzo Chigi prima della messa in onda. Facendo venire meno «l’autonomia e l’indipendenza del servizio pubblico». La presidenza del Consiglio smentisce e ironizza: «Report non lo vediamo in onda, figuriamoci in anteprima, e di domenica, a Palazzo Chigi».
Così come Filippo Roma, autore di un servizio per le iene su Giuli, smentisce ci sia stata una telefonata del ministro a Marina Berlusconi per lamentarsi di essere stato atteso sotto casa da un troupe, cosa che avrebbe spaventato la figlia del ministro.
Intanto, però, l’inchiesta va in onda. Oltre ai servizi su Giuli già noti, dalla trasmissione emergono particolari sul passato del ministro, sui suoi interessi esoterici che si intrecciano con quelli evocati dalla Lega col sole delle Alpi, sulla gestione del Maxxi, sul progetto scientifico Cure cancellato a favore di quello che per 5 giorni ha consentito ai visitatori del museo romano, specializzato esclusivamente sull’arte degli anni 2000, di esplorare da remoto le stanze del Vittoriale.
E c’è il grande capitolo dell’organizzazione della mostra su Futurismo che ha già prodotto colonne di inchiostro sui giornali. Emergono il ruolo e i veti dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano nell’organizzazione della mostra, un’ingerenza così «irrituale» che, dice lo storico dell’arte ed esperto del Futurismo Fabio Benzi, «neppure Mussolini» si era mai permesso di fare. Pressioni che spingono il curatore prescelto, Gabriele Simongini, a consigliare agli esperti d’arte che avrebbero dovuto far parte del comitato scientifico e che sono stati allontanati a farsi da parte senza troppo protestare: «Temo per voi. Guarda che questi sono tosti, sono lo Stato» scrive il critico in una chat di cui Report è in possesso.
«La mostra sul futurismo rifiutata chiavi in mano sarebbe costata 700mila euro. Questa, organizzata dal governo, tra trasporto opere e l’allestimento è già costata oltre 1 milione di euro». Lo dice il conduttore Sigfrido Ranucci chiudendo i servizi di ieri sera sul ministero della Cultura dove riassume anche la storia paradigmatica di Alberto Dambruoso: «Storico dell’arte, ha scritto un libro su Boccioni autore futurista. Sente che Sangiuliano vuole fare una mostra sul futurismo e chiede a un giornalista del Tempo, Gabriele Simongini di fargli una recensione nella speranza di attirare l’attenzione del Ministro. Sta di fatto che proprio Simongini e D’ambrosio vengono incaricati di curare la mostra del Futurismo. Poi Sangiuliano ci ripensa e commissaria di fatto i due curatori, inserisce nel comitato scientifico il vignettista osho e crea un comitato organizzatore di cui fa parte Giuli in qualità di direttore del Maxxi che prende tutte le decisioni. Vengono tagliate circa 300 opere su 650, e cominciano le pressioni per inserire le opere di un gallerista romano Russo, amico di Fdi, e del presidente della commissione cultura Federico Mollicone». Di lì nascono poi i primi attriti con Simongini che avverte tutti gli organizzatori della mostra: «chi non si adegua rischia…».
Tra gli altri retroscena, le dichiarazioni della dipendente Maxxi a Report in cui sostiene come Giuli non sapesse gestire un museo. «Francesco Spano era il fedelissimo di Giovanna Melandri. Quando arrivò Giuli fece una giravolta di 360 gradi e diventò l’uomo di fiducia di Giuli, anzi la sua eminenza grigia dentro al Maxxi. Era Spano che decideva tutto. Perché Giuli gli ha dato tutto questo spazio? Perché non sapeva come gestire un museo. Nel discorso che fece a noi dipendenti quando arrivò disse: sono qui per imparare». Lo dice una dipendente del Maxxi intervistata da Report dove aggiunge: “Saranno almeno 6 anni che il compagno di Spano riceve dal Maxxi l’incarico come consulente legale del museo». E alla domanda se da quando Spano era tornato fosse stata dichiarata questa potenziale incompatibilità, la dipendente risponde: «Che io sappia no». L’autore dell’inchiesta, Giorgio Mottola, quindi ricorda: «nel 2017 Quando Spano si dimette dall’ufficio antidiscriminazione va a lavorare per la Human Foundation, fondazione di Giovanna Melandri. L’anno dopo la Human Foundation offre un incarico di consulenza legale anche all’avvocato di Spano, Marco Caranabuci. Che nel medesimo periodo ottiene una nomina a consulente legale anche dal Maxxi, allora presieduto da Giovanna Melandri. Caranabuci fino ad oggi ha sempre ottenuto il rinnovo della consulenza legale da parte del Maxxi anche quando nel 2022 Francesco Spano, è stato richiamato a fare il segretario del Museo durante la presidenza di Giuli».
E nelle varie inchieste sulla Cultura finiscono anche alcune foto – che Report dice di avere in esclusiva – abbastanza impressionanti della profonda ferita alla testa che Sangiuliano stesso afferma di aver subito per mano di Maria Rosaria Boccia dopo un’accesa discussione con lei causata dalla sua decisione di voler chiudere la relazione.
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