L’inflazione a novembre sale all’1,4%, il carrello della spesa balza al +2,6%
Secondo le stime preliminari, nel mese di novembre 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una variazione su base mensile nulla e aumenta dell’1,4% su base annua, dal +0,9% del mese precedente.
Lo rende noto l’Istat precisando che l’aumento del caro vita è avvenuto “seppure in un quadro di complessiva stabilità dei prezzi sul piano congiunturale”.
A novembre corre ancora il carrello della spesa. L’Istat sottolinea che i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano su base tendenziale, passando dal +2,0% al +2,6%. In accelerazione sono poi anche anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,0% a +1,8%).
L’Istat spiega che le dinamiche inflazionistiche si concentrano in alcuni settori: si acuiscono le tensioni sui prezzi dei beni alimentari, con una netta accelerazione della loro crescita su base annua, e dei beni energetici, la cui spinta deflazionistica risulta fortemente ridimensionata. In accelerazione tendenziale sono anche i prezzi dei Servizi dei trasporti.
In particolare, la risalita del tasso d’inflazione risente in primo luogo dell’accelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +3,9% a +7,5%) e dell’attenuarsi della flessione di quelli dei Beni energetici non regolamentati (da -10,2% a -6,6%). Un sostegno al carovita deriva inoltre dall’andamento dei prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +1,7% a +2,4%) sia non lavorati (da +3,4% a +4,1%), dei Beni durevoli (da -1,4% a -0,8%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,0% a +3,5%), dei Beni non durevoli (da +0,9% a +1,3%) e, in misura minore, di quelli dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,3% a +2,5%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +1,0% a +1,2%
Codacons: dall’impatto dell’inflazione 460 euro in più a famiglia
L’inflazione torna a rialzare la testa, “con i prezzi al dettaglio che aumentano in vista del Natale e delle maggiori spese delle famiglie”. Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat e calcolando che un’inflazione al +1,4% “si traduce in un aggravio medio di spesa per la famiglia tipo da +460 euro annui, che salgono a +627 euro per un nucleo con due figli”.
Secondo l’associazione di difesa degli utenti, “estremamente preoccupanti” sono i rialzi per la voce alimentari e bevande analcoliche, che a novembre vola al +3,2%: “questo significa che una famiglia media solo per l’acquisto di cibi e bevande deve mettere in conto una maggiore spesa da +202 euro su base annua, che sale a +292 euro per un nucleo con due figli”.
“Sugli aumenti dei prezzi al dettaglio pesano le tensioni sui mercati internazionali delle materie prime, che si ripercuotono in modo diretto sui listini al dettaglio, ma anche aggiustamenti al rialzo legati all’avvicinarsi del Natale, quando cioè le famiglie aumentano i propri consumi – denuncia il presidente Carlo Rienzi – Purtroppo sul fronte dei prezzi assistiamo ad un totale immobilismo da parte del governo, che non ha adottato alcuna misura tesa a calmierare i listini e combattere le speculazioni”.
Assoutenti: “Servono misure ad hoc sui prezzi in vista del Natale”
I rialzi dei prezzi dei generi alimentari sono allarmanti per Assoutenti e devono portare il governo a correre ai ripari adottando misure ad hoc per evitare che il Natale degli italiani si trasformi in un salasso. “I rialzi che stanno interessando il comparto alimentare meritano la massima attenzione – spiega il presidente Gabriele Melluso – I prezzi di Beni alimentari e bevande analcoliche risultano in aumento del +3,2% su anno, con punte del +4,1 per i beni alimentari non lavorati. La conseguenza è che le famiglie tagliano i consumi alimentari, calati in volume complessivamente per 1,6 miliardi di euro nel 2024, al netto dell’inflazione”.
“La situazione dei prezzi – conclude Melluso – rischia di aggravarsi in occasione delle prossime festività, e per questo rivolgiamo un appello al governo affinché salvi il Natale degli italiani adottando al più presto misure mirate a far scendere i listini specie nel settore alimentare”.
L’inflazione nell’Eurozona risale, al 2,3% a novembre
L’inflazione nell’Eurozona risale al 2,3% a novembre 2024, rispetto al 2% di ottobre. E’ quanto emerge dalla stima ‘flash’ di Eurostat sul mese. Inflazione in risalita anche in Italia e all’1,6%, dall’1% di ottobre. Tra i Venti dell’euro, valori più alti in Belgio (5%) e Croazia. Più bassi in Irlanda (0,5%), Lituania e Lussemburgo (1,1%), seguiti da Italia e Slovenia (1,6%). Tra le componenti principali, maggior contributo dai servizi (3,9%, dal 4% di ottobre), seguiti da cibo, alcol e tabacco (2,8%, dal 2,9%), beni industriali non energetici (0,7%, dallo 0,5%) ed energia (-1,9%, dal -4,6%).
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