Sciopero generale, bruciate a Torino le foto di premier e ministri. Piantedosi: clima pesante

Lavoratori e disoccupati, studenti e pensionati sono scesi in strada di più di quaranta città, ma ci sono state anche manifestazioni violente, assalti alle stazioni, le fotografie della premier e di due ministri incendiate e scontri con le forze dell’ordine, con il Viminale che ha parlato di un «clima pesante». Secondo i sindacati che hanno guidato la protesta, ieri almeno 500mila persone hanno riempito 43 piazze d’Italia: Cgil e Uil hanno sfilato da nord a sud per lo sciopero generale, a Bologna c’era Maurizio Landini, mentre a Napoli c’era Pierpaolo Bombardieri.

LA PROTESTA
La protesta era contro le politiche del governo Meloni, in particolare contro la manovra. Ma il governo ha continuato a difendere la legge di Bilancio: «Non piace a Landini, ma piacerà ad almeno 15 milioni di dipendenti», ha detto il vicepremier Matteo Salvini parlando del taglio del cuneo fiscale, che da gennaio verrà esteso ai redditi fino a 40mila euro. Mentre il segretario generale della Cgil dal palco di Bologna diceva di voler «rivoltare come un guanto questo Paese» e insieme a Bombardieri accusava il governo di non garantire il diritto di sciopero, con il ddl sicurezza che prevede fino a due anni di carcere per i blocchi stradali in occasione di manifestazioni, scontri tra forze dell’ordine e antagonisti sono andati in scena a Torino, durante il corteo dello «spezzone sociale». Non solo lancio di uova e fumogeni e le stazioni occupate, ma anche le foto di Salvini, del ministro della Difesa, Guido Crosetto, e della premier Giorgia Meloni, affisse su sagome di stracci e bruciate tra la folla. Una parte del corteo si è diretta verso i binari della stazione di Porta Nuova, dove gli agenti hanno respinto i dimostranti pro Palestina. Sei poliziotti sono rimasti feriti e il sindacato Coisp ha parlato di «un’escalation di violenza contro le forze dell’ordine». Un clima «pesante», per il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, «alimentato da frange estreme che si organizzano con il solo scopo di attaccare chi opera per garantire il diritto di manifestare le proprie idee». La Lega in una nota ha chiesto di identificare i colpevoli, definendo i protagonisti degli scontri «delinquenti che meritano la galera».

LE RICHIESTE
I due sindacati hanno chiesto di aumentare i salari e le pensioni, di incrementare le risorse per sanità, scuola e servizi pubblici, di fronteggiare le crisi industriali e di risolvere i problemi – disagi, ritardi, sicurezza – dei trasporti. Altissima la partecipazione a Bologna e a Firenze, dove sono scesi in piazza in 50mila e in 70mila. Nel capoluogo toscano gli Uffizi e Palazzo Pitti sono rimasti chiusi. A Napoli, Bombardieri ha chiuso un corteo di 30mila persone, guidate da un gruppo di giovani travestiti da fantasmi: un messaggio contro la precarietà. A Milano hanno sfilato in 15mila e, a causa dell’adesione allo sciopero di professori d’orchestra e coristi, al Teatro alla Scala sono saltate le prove del concerto per i cento anni dalla morte di Giacomo Puccini, diretto dal maestro Riccardo Chailly.

I NUMERI
Sui numeri, comunque, non c’è accordo. Cgil e Uil hanno parlato di una media del 70 cento e di punte del 100 per cento in alcune aziende: «Il mondo del lavoro ha abbracciato le ragioni della nostra mobilitazione – hanno dichiarato – L’adesione allo sciopero è stata di oltre il 70 per cento, e mezzo milione di persone sono scese in piazza nelle oltre 43 manifestazioni. La legge di bilancio non risponde ai bisogni del Paese e dei cittadini e le piazze piene lo hanno dimostrato. Aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione e servizi pubblici, investire nelle politiche industriali sono priorità per le lavoratrici e i lavoratori». Secondo i sindacati che non hanno partecipato, invece, le percentuali sono molto più basse: alle Poste la partecipazione non ha superato il 4 per cento, sostengono Slp Cisl, Confsal Com, Failp-Cisal, Ugl Com, che hanno parlato di «sciopero farsa».

I DISAGI
Se lo stop ai trasporti è stato ridotto a quattro ore, con bus fermi e metro chiuse tra le 9 e le 13 in alcune fermate, i disagi più pesanti si sono registrati negli aeroporti: 109 voli cancellati solo da Ita, 18 internazionali e 91 domestici.

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