Ucraina, attacco all’ospedale pediatrico. Onu: «Il missile era russo». Mosca: «Non siamo stati noi»

In totale, nei raid contro obiettivi civili a Kiev e in altri città, i russi lunedì hanno ucciso 41 persone, anche bambini. Altri attacchi sono attesi nelle prossime ore mentre è in corso il vertice Nato a Washington. Un missile ha centrato anche l’ospedale pediatrico Okhmatdyt, il più grande dell’Ucraina, e l’immagine dei piccoli malati oncologici schierati all’esterno su sedie a rotelle, con le flebo, consolati dai familiari, ha scosso le coscienze in tutto il mondo, ma non in Russia. Chi ha bombardato l’ospedale? L’Onu non ha dubbi. L’alto commissario per i diritti umani in Ucraina, Daniele Belle: «L’ospedale pediatrico di Kiev ha subito con un’alta probabilità un colpo diretto da un missile russo». Più precisamente «da un missile da crociera Kh101». Joyce Msuya, sottosegretario generale ad interim dell’Onu per gl affari umanitari al Consiglio di sicurezza: «Condurre attacchi contro un ospedale è un crimine di guerra e i responsabili devono essere chiamati a risponderne».

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IPOTESI

Ecco, a Mosca come giustificano l’attacco? Come è sempre successo da quando è iniziata la guerra – d’altra parte per mesi Putin ha negato che vi fosse una guerra mentre i suoi soldati tentavano di raggiungere Kiev nel febbraio del 2022 – il Cremlino nega tutto anche con frasi ciniche. Il portavoce Dmitri Peskov, dice che «i russi non colpiscono obiettivi civili, si tratta di una trovata pubblicitaria ucraina costruita sul sangue». Perfino il premier indiano Modi, che ieri è stato ricevuto da Putin, non ha potuto esimersi dall’affermare: «Quando vengono uccisi bambini innocenti, il cuore sanguina e quel dolore è davvero terrificante». La portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, accusa gli ucraini di avere causato l’esplosione nell’ospedale pediatrico con un missile antiaereo che non ha funzionato. Un’altra ipotesi è che il missile antiaereo ucraino abbia colpito quello russo, deviandone la traiettoria, e quest’ultimo sia finito sull’ospedale (una casualità poco credibile). Gran Bretagna, Francia, Ecuador, Slovenia e Stati Uniti hanno chiesto la convocazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il presidente ucraino Zelensky parla di un «attacco deliberato», «inumano». Secondo alcune indagini indipendenti esistono elementi che confermano che l’ospedale è stato colpito da un missile russo e che si è tratta di un’azione voluta. Il New York Times ha svolto delle verifiche del video in cui si vede il missile e secondo un ricercatore dell’Università di Oslo, Fabian Hoffman, si tratta di un Kh101: «Il tipo di arma e la traiettoria fanno pensare che le forze russe abbiano preso intenzionalmente di mira l’ospedale».

Il servizio Bbc Verify della rete britannica ha analizzato due video sul bombardamento dell’ospedale pediatrico e consultato sei differenti esperti. Tutti hanno concordato sul fatto che si è trattato di un missile russo lanciato dall’aria. Quattro si sono sbilanciati affermando che è un Kh101. Gioele Scavuzzo, 32 anni, toscano, a Kiev è il capo missione della Onlus italiana Soleterre che da due decenni opera in Ucraina per dare sostegno psicologico ai pazienti pediatrici con malattie oncologiche: «E dal 2018 lavoriamo proprio nell’ospedale Okhmatdyt. Avremmo dovuto supportare questo ospedale a rafforzare l’intervento in termini di macchinari, equipaggiamento, training per la riabilitazione psico fisica di bambini con amputazioni a causa della guerra. I macchinari che avevamo acquistato sono stati distrutti dall’attacco». Perché colpire proprio un ospedale? «Circa due mesi fa, la Russia ha diffuso una notizia secondo cui vi erano dei militari ricoverati in ospedali pediatrici. Ma noi lavoriamo da sempre in quell’ospedale, e posso assicurare che non c’erano militari, ma solo bambini. Siamo di fronte a un gravissimo crimine di guerra. Abbiamo spostato 35 piccoli pazienti in altre strutture sanitarie, anche in una nostra casa d’accoglienza, dove stanno tentando di portare avanti le terapie mediche che non possono essere sospese. Hanno tra i 5 e i 10-15 anni». Come si può garantire assistenza psicologica a bambini che stavano combattendo contro il cancro e ora hanno subito lo choc del bombardamento? «Le nostre psicologhe li stanno seguendo, sono specializzate nei traumi infantili. I traumi infantili vanno seguiti con il massimo della delicatezza, urgenza e continuità: in un bambino vanno affrontati subito, altrimenti lasciano ferite enormi, abbiamo a che fare con piccoli che per la guerra smettono di parlare, non vogliono più alzarsi dal letto».

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