Trump, la nuova strategia anti-Kamala Harris: il suo team prepara spot social e critiche per attaccarla

L’ostinazione di Joe Biden di voler rimanere per forza in sella alle elezioni presidenziali, faceva sembrare la sua battaglia ormai persa. Le troppe gaffe commesse negli ultimi mesi, insieme a un generale senso di debolezza mostrato dal presidente degli Stati Uniti, lo avevano reso agli occhi dei suoi elettori inadeguato a governare per altri quattro anni. Ora tocca, probabilmente, a Kamala Harris: una candidata più giovane e certamente più affidabile che ora richiede all’entourage di Donald Trump di attuare una nuova strategia volta ad affossarla completamente prima dell’arrivo del 5 novembre.

Il cambio di rotta dei repubblicani

Curiosamente, nonostante Trump affermasse da tempo che la campagna di Biden non sarebbe mai riuscita a resistere fino alle elezioni, il suo team sembra non aver fatto nulla per prepararsi all’arrivo dei suoi possibili avversari alternativi. Al contrario, la strategia adottata negli ultimi mesi è stata basata principalmente su attacchi diretti a Joe Biden, accusato più volte da Trump e i suoi di essere il peggior presidente che gli Usa abbiano mai avuto, e completamente inadatto a un secondo mandato a causa di presunti problemi mentali o per la sua età troppo avanzata. Ad oggi, buona parte di quella strategia risulta inutilizzabile e richiede invece di trovare dei pretesti per rendere Harris ugualmente inadatta a ricoprire il ruolo di presidente.

Come riportatto dalla CNN, il nuovo contrattacco repubblicano alla mossa democratica risulta essere una serie di spot pubblicitari pensati per il web, in cui Harris viene pesantemente presa di mira, non solo in merito ai suoi comportamenti durante la campagna elettorale, ma anche durante il suo mandato da vicepresidente, e addirittura del periodo in cui ha ricoperto il ruolo di procuratore generale della California tra il 2011 e il 2017. Nei video in questione Harris viene accusata di aver «nascosto deliberatamente l’evidente declino mentale di Joe Biden», elogiando il presidente, definendolo «in buona forma, in buona salute, instancabile e vivace» affermando inoltre di non avere dubbi sulla «forza del lavoro che abbiamo svolto».

Trump: da sostenitore ad avversario di Harris

Gli attacchi alla vicepresidente non si limiterebbero però solo al suo sostegno incondizionato a Joe Biden, andando a colpire direttamente il suo operato degli ultimi anni, e le sue opinioni su argomenti estremamente delicati che da sempre polarizzano il dibattito pubblico americano. Viene descritta come la principale responsabile della riapertura dei confini col Messico che ha portato all’ingresso negli Usa di migliaia di immigrati clandestini. Inoltre, viene accusasata anche di aver dato sostegno a leggi e provvedimenti che avrebbero fatto decollare l’infalzione del paese. Nella giornata di ieri, JD Vance, senatore dell’Ohio e nuovo sostenitore di Donald Trump, ha affermato che «negli ultimi quattro anni (Kamala Harris) ha co-firmato le politiche di Biden sui confini aperti e sulle truffe verdi che hanno fatto aumentare il costo degli alloggi e dei generi alimentari».

Eppure, nonostante i recenti attacchi alla Harris, sembra che in passato lo stesso Donald Trump abbia mostrato sostegno all’attuale vicepresidente. Nel periodo in cui ha ricoperto il ruolo di Segretario di Stato della California, l’ex presidente avrebbe donato un totale di 6mila dollari proprio a Harris tra il 2011 e il 2013 quando era ancora un privato cittadino. L’anno successivo anche sua figlia Ivanka avrebbe donato altri 2mila dollari alla procuratrice. Plausibilmente, all’epoca dei fatti, né Trump né tantomeno Harris si sarebbero mai potuti immaginare che, nel giro di una manciata di anni, si sarebbero ritrovati a scambiarsi accuse al vetriolo, in corsa per le stesse elezioni presidenziali. 

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