Messina Denaro, convalidato l’arresto dell’autista. Lui si difende davanti al gip: “Non sapevo che fosse il boss”

Il Gip Fabio Pilato ha convalidato l’arresto in flagranza di Giovanni Luppino, l’uomo che ha accompagnato il boss Matteo Messina Denaro alla clinica Maddalena di Palermo il giorno dell’arresto del capomafia. Il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta di custodia cautelare in carcere. Luppino risponde di procurata inosservanza della pena e favoreggiamento aggravati dal metodo mafioso.

Luppino, assistito dal suo legale Giuseppe Ferro, davanti al Gip si è difeso sostenendo di non sapere che l’uomo che stava accompagnando fosse il boss di Castelvetrano. Il commerciante di olive ha spiegato di averlo conosciuto qualche mese fa e che gli era stato presentato con il nome di “Francesco” come il cognato di Andrea Bonafede, il geometra al quale era intestata la falsa carta d’identità utilizzata dal super latitante. Luppino ha aggiunto di averlo accompagnato lunedì scorso per la prima volta a Palermo, dove il boss doveva sottoporsi a un ciclo di chemioterapia, perché gli era stata chiesta questa cortesia proprio a causa delle sue condizioni di salute.

La dinamica è stata ricostruita dallo stesso Ferro: “Non ha esitato a rispondere a tutte le domande del gip spiegando che non sapeva che si trattasse di Matteo Messina Denaro ma che Andrea Bonafede glielo aveva presentato con il nome di Francesco, dicendo che fosse suo cognato”, ha spiegato a LaPresse l’avvocato: “Lui lo ha accompagnato in ospedale per la chemioterapia per solidarietà umana”, ha aggiunto. Luppino ha conosciuto quello che si è rivelato essere Matteo Messina Denaro “tempo fa” e “la mattina del 16 gennaio il boss – come ‘cognato di Bonafede’ – si è presentato a casa sua ricordandogli che già si conoscevano, e gli ha chiesto la cortesia di accompagnarlo perché stava male”.

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