‘Ndrangheta, è caccia a Massimiliano Sestito: il killer fuggito dalla sua abitazione
Sono in corso le ricerche per catturare Massimiliano Sestito, 52 anni, nato a Rho (Milano) ma la cui famiglia è originaria di Chiaravalle Centrale (Catanzaro), evaso dalla sua abitazione di Pero, nel Milanese.
Condannato all’ergastolo, Sestito era agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, misura concessa il 12 gennaio scorso dalla Corte d’assise d’appello di Roma, che aveva accolto un’istanza di attenuazione della misura cautelare, avanzata dagli avvocati Salvatore Staiano e Antonio Foti. I due legali hanno presentato da tempo ricorso in Cassazione contro la sentenza che ha inflitto a Massimiliano Sestito l’ergastolo per l’omicidio del boss Vincenzo Femia, avvenuto a Roma nel 2013. Per un altro omicidio, quello dell’appuntato dei carabinieri Renato Lio, avvenuto la notte del 20 agosto del 1991 a Soverato, Massimiliano Sestito è già stato condannato a 30 anni di reclusione.
All’epoca dell’omicidio del carabiniere, Massimiliano Sestito aveva 21 anni. Fermato a un posto di blocco assieme ai fratelli Vito e Nicola Grattà (poi uccisi a Gagliato l’11 giugno 2010) per evitare la perquisizione dell’auto, il giovane non aveva esitato a sparare al cuore contro il carabiniere Renato Lio, all’epoca 35enne, e poi a impossessarsi della sua mitraglietta con cui aveva risposto al fuoco aperto da un altro militare.
La condanna all’ergastolo risale al 1993, ma in appello era stata ridotta a 30 anni. E’ del 24 gennaio 2013 l’omicidio del 67enne Vincenzo Femia, ucciso a Roma, fatto per il quele Sestito è stato condannato all’ergastolo in primo e secondo grado, cui sono seguiti l’annullamento della sentenza con rinvio in Cassazione nel settembre 2018 e nel maggio 2019 l’assoluzione in appello, un nuovo annullamento della Cassazione e di nuovo l’ergastolo in appello nell’ottobre 2021.
A giorni si attendeva la nuova pronuncia della Cassazione, ma Massimiliano Sestito ha pensato di rompere il braccialetto elettronico e fuggire, come già aveva fatto il 9 agosto 2013 violando la semilibertà e non rientrando nel carcere di Rebibbia. Era stato poi rintracciato sulla spiaggia di Palinuro il 22 settembre 2013.
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