Armi, anche la Nato è preoccupata: difficile reperire le munizioni necessarie all’Ucraina. E Putin chiede aiuto alla Cina

In battaglie feroci e sanguinose come quella di Bakhmut, che sta proseguendo da molti mesi, si perdono vite umane, ma si consumano anche enormi quantitativi di munizioni. E quello è solo un tassello del conflitto. Per questo, sia alla Russia sia all’Ucraina cominciano a mancare non solo le armi, ma anche le munizioni. Ora però anche la Nato è preoccupata perché si rischia di erodere le scorte.

Putin, nell’incontro con Xi che visiterà Mosca lunedì 20 marzo, chiederà alla Cina sostegno, vale a dire invio di armi. Secondo alcuni media munizioni di produzione cinese sono già in possesso dell’esercito invasore. Gli Usa hanno confermato che sono state utilizzate nei campi di battaglia in Ucraina (secondo fonti governative Citate dalla pubblicazione giapponese Kyodo news). Ovviamente non è possibile conoscere la loro provenienza: le forniture potrebbero essere state direttamente inviate dalla Cina o, indirettamente, da aziende cinesi o da paesi terzi.

Discorso ancora più complesso per l’Ucraina, che si sta preparando alla controffensiva di primavera, ma che deve anche sopperire a un utilizzo massiccio di munizioni e dunque al rischio di una grave carenza. Per domani è fissata una riunione dei Rappresentanti Permanenti dei 27 all’Unione europea per preparare il Consiglio europeo di giovedì e venerdì. Bisogna trovare l’intesa sull’invio di nuove munizioni all’Ucraina. Le trattative sono in corso anche per potenziare l’industria della difesa europea. La Francia, in particolare, vuole allegare questo tema al capitolo sulle munizioni.

Nato, preoccupazione per le forniture di armi

Ma quanto è grave la situazione per la Nato? Secondo un’analisi di Politico «nei prossimi mesi, la Nato accelererà gli sforzi per accumulare attrezzature lungo il confine orientale dell’alleanza e designerà decine di migliaia di soldati che possono correre in aiuto degli alleati con breve preavviso, una mossa intesa a impedire alla Russia di espandere la sua guerra oltre l’Ucraina. Affinché ciò accada, tuttavia, la Nato deve convincere i singoli paesi a contribuire con vari elementi: soldati, addestramento, migliori infrastrutture e, soprattutto, grandi quantità di costose armi, equipaggiamento e munizioni».

In sintesi: servono armi e munizioni per aiutare l’Ucraina, servono armi e munizioni per fare trovare pronta la Nato in caso di sviluppi del conflitto. Per questo «con i paesi già preoccupati per le proprie scorte di munizioni e l’Ucraina che ha urgente bisogno di più proiettili e armi dagli alleati, c’è il rischio che non tutti gli alleati della Nato manterranno le loro promesse di contribuire ai nuovi piani dell’alleanza». 

Ma anche a livello organizzativo l’alleanza atlantica per garantire un livello di immediatezza dell’intervento, in caso di allarme al confine orientale, deve comunque affrontare una sfida molto impegnativa. Affidiamoci ancora all’analisi di Politico: «Il primo livello – che può consistere in circa 100.000 soldati pronti a muoversi entro 10 giorni – potrebbe essere prelevato da Polonia, Norvegia e Stati baltici (Estonia, Lettonia e Lituania)», ha affermato Heinrich Brauß, ex segretario generale della Nato per la politica di difesa e la pianificazione delle forze. Può anche includere gruppi tattici multinazionali che l’alleanza ha già costituito sul fianco orientale. Un secondo livello di truppe sosterrebbe quindi quei soldati, pronti a schierarsi da paesi come la Germania tra 10 e 30 giorni. Ma il processo potrebbe diventare complicato. Perché? Perché spostarsi così velocemente, anche in un mese, richiede molte persone, attrezzature e formazione e molti soldi.  Alcuni militari dovranno intensificare i loro sforzi di reclutamento. Molti alleati dovranno aumentare le spese per la difesa. E tutti dovranno acquistare più armi, munizioni ed equipaggiamento».

In sintesi: la guerra in Ucraina (ma anche i vari conflitti in giro per il mondo) sta aumentando la richiesta di armi e munizioni. La Russia sta svuotando gli arsenali, anche le scorte di epoca sovietica, e sta chiedendo aiuto alla Cina, mentre nelle settimane scorse Prigozhin, leader dei mercenari della Wagner che stavano combattendo a Bakhmut, aveva in più occasioni denunciato che Mosca non stava inviando un numero sufficiente di munizioni. L’Ucraina ogni giorno insiste con l’Occidente perché sia costante la spedizione di armi e munizioni, per non dovere arretrare sul campo di battaglia. La Nato, infine, deve consolidare una linea di sicurezza a Oriente sono necessari nuovi investimenti per uomini, armi e munizioni. 

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