Flat tax, ai “Paperoni” stranieri piace la tassa forfettaria italiana: boom di nuovi residenti. Ecco come funziona

Sono sempre di più i ricchi stranieri che decidono di trasferirsi in Italia per sfruttare i vantaggi della tassa forfettaria da 100mila euro introdotta nel 2017. I nomi ovviamente restano coperti ma il regime agevolato per i nuovi residenti ha attirato nel 2021 quasi mille facoltosi contribuenti a cui si aggiungono oltre 300 familiari. Rispetto all’anno precedente i nuovi stranieri che pagano le tasse in Italia con questo regime speciale sui redditi prodotti all’estero sono raddoppiati e triplicati rispetto al 2019. In tutto, sempre nel 2021, hanno versato all’erario 108 milioni di imposte. Ma l’incasso complessivo per lo Stato è più alto, visto che la cifra non tiene conto delle altre tasse versate e dell’indotto creato dai ricchi che vengono a vivere nel Belpaese (possono anche essere cittadini italiani che hanno vissuto all’estero per almeno 9 dei 10 anni precedenti). Vanno considerati infatti anche i maggiori introiti generati dai consumi e dagli investimenti degli stranieri che possono contare su una capacità di spesa molto alta. E l’obiettivo della norma, contenuta nella manovra varata alla fine del 2016 dal governo di Matteo Renzi, è proprio attirare in Italia soggetti residenti all’estero con grandi patrimoni e non portare nuovi introiti al fisco. 

COME FUNZIONA
L’idea è che se persone con vaste disponibilità finanziarie decidono di fissare la residenza in una città della Penisola compreranno poi immobili, altre attività e spenderanno parecchi soldi, contribuendo a spingere l’economia. Certo non è equa: a parità di guadagni un cittadino che è sempre stato residente in Italia pagherà di più o molto di più se il reddito è molto alto. Ma una tassa bassa è probabilmente l’unico modo per attrarre questo tipo di contribuenti e provare a fare concorrenza a piazze come Londra, che da anni attira ricconi da tutto il mondo (anche se ovviamente non solo per le agevolazioni fiscali). Va anche ricordato che nel nostro paese i contribuenti che ogni anno versano imposte superiori alla tassa forfettaria prevista per questo regime sono poche decine di migliaia.

Il regime agevolato nel dettaglio prevede il versamento di un’imposta forfettaria di 100mila euro all’anno. Una cifra sostitutiva dell’Irpef sui redditi prodotti all’estero senza vincoli sull’attività lavorativa svolta. In sostanza chi sceglie questo sistema paga quell’importo e poi è a posto con il fisco italiano. Non dovrà più versare un centesimo, indipendentemente da quanto ha guadagnato. Va considerato che questa tassazione comincia a essere veramente conveniente solo con redditi superiori a 300 mila euro. E più sono alti e più l’imposta è conveniente. Restano invece tassati, come per tutti gli altri cittadini residenti nella Penisola, i guadagni realizzati in Italia, su cui continuerà ad applicarsi la tassazione ordinaria e quindi l’aliquota marginale più alta del 43%. Il regime speciale può essere esteso anche ai familiari, con il pagamento di un’imposta sostitutiva di 25mila euro sempre sui redditi prodotti all’estero. È possibile anche presentare una specifica «istanza preventiva di interpello» per chiedere all’amministrazione fiscale di fugare eventuale dubbi sulla sussistenza dei requisiti necessari per accedere allo sconto. Inoltre l’adesione al sistema comporta anche altre agevolazioni in materia di controlli.

I NUMERI
Venendo ai numeri, dal 2017 il regime ha suscitato un interesse crescente all’estero. Da un centinaio di ricchi di quell’anno si è saliti a 263 nel 2018 e a 429 nel 2019, con una lieve flessione nella crescita nel 2020, anno della pandemia, in cui i beneficiari si sono fermati a 549. Nel 2021 si è poi assistito a una forte impennata con 1339 persone, tra contribuenti principali e familiari.

Ma chi sceglie di venire in Italia per pagare meno tasse? In base alle rilevazioni fatte poco dopo l’introduzione della norma a dominare erano i cosiddetti rentier, poi invece è aumentata la quota di individui ancora attivi dal punto di vista lavorativo. Ci sono quindi soprattutto banchieri, calciatori, modelle, piloti, attori e influencer. Infine per quanto riguarda i paesi di provenienza all’inizio erano principalmente paesi europei, con in testa la Gran Bretagna. Poi sono diventati più frequenti gli arrivi da sud e nord America e, prima che Mosca decidesse di invadere l’Ucraina, dalla Russia. 
 

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