Procreazione assistita, sotto esame l’irrevocabilità dopo la fecondazione

Mentre la maternità surrogata e l’aborto sono al centro della polemica politica, torna all’esame della Corte costituzionale la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Mercoledì prossimo i giudici della Consulta sono chiamati a pronunciarsi sulla irrevocabilità del consenso alla pma che interviene dopo la fecondazione dell’ovulo.
Il tribunale di Roma dubita della legittimità dell’articolo 6 (comma 3) della legge nella parte in cui non prevede che l’uomo possa, invece, revocare il proprio consenso anche dopo la fecondazione e prima dell’impianto da parte della donna, quando, a seguito della crioconservazione dell’embrione, per il decorrere del tempo sia venuto meno l’originario progetto di coppia.
Davanti ai giudici romani il caso di una donna che a distanza di tre anni dal congelamento dell’embrione ha chiesto che le venisse impiantato, nonostante intanto avesse divorziato dal marito. Una richiesta a cui si sono opposti l’ex coniuge e la struttura sanitaria presso la quale insieme avevano avviato il trattamento di pma.

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