Esiste un’altra Capri lontana anni luce dalla riccanza e dal turismo: una maratona a teatro di sei ore per raccontare i “Fuggitivi di Capri”
Sei ore di spettacolo. Ma sono volate. In fondo Sanremo dura lo stesso, stufa di più e ti rimane in testa solo Blanco che prende a calci le fioriere del palcoscenico. Prima Assoluta e Internazionale di “Capri -The island of fugitives” al Teatro Politeama per il Campania Teatro Festival diretto da Ruggero Cappuccio. Coraggiosissima la sua scelta ma azzeccatissima.
Regia, scenegg
Cosa hanno in comune l’imperatore Tiberio, Gesù Cristo, Jean Luc Godard, Fritz Lang e Brigitte Bardot? Il fil rouge lo srotola Lupa che ha trascorso a Capri un mese per l’ispirazione e per le riprese video che arricchiscono la sorprendente mise en scene. I 35 attori, tutti bravissimi, entrano e escono dai tableaux vivants, in un gioco di sovrapposizione di epoche.
Il regista Lupa è dietro di me, ha un megafono, incita, sollecita gli attori sul palcoscenico. “Sono le sue incursioni da jam session. Improvvisazione pura”, spiega Marzenna Smolenska, interprete e angelo custode di Lupa. Un pezzo di teatro attuale (siamo più che mai contro l’arroganza dei creatori di sistemi socio-politici, contro i FILOSOFI ASSASSINI E IDEALISTI, i drogati del potere… e così via…). La scena della Figliata dei femminielli è potente. A tal punto da meritarsi “la censura” per un pubblico di soli adulti. Ma ritorna come un boomerang, uno spettacolo vietato ai minori corrono tutti a vederlo. Compresi i minori. Oggi ultima replica. Poi in tournée.
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