Roma, tram Tva a via Nazionale: «C?è tempo per ripensarci»

«Delle due l’una: sul tram Termini-Vaticano-Aurelio o sono tutti vittime di un’allucinazione collettiva oppure potrebbero davvero esserci molti più problemi di quelli fino ad ora emersi»: il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giovanni Quarzo, spiega così l’interrogazione sul tram Tva in arrivo sui tavoli di metà della giunta capitolina.
L’OPERA
Parliamo del progetto – tanto amato dalla lobby filotranviaria della sinistra nel silenzio complice degli pseudo-ecologisti che ignorano i nuovi bus elettrici che Atac sta acquistando – di costruire una nuova linea tranviaria che abbia come capolinea Termini di fronte Palazzo Massimo, piazza Risorgimento vicino al Vaticano e, infine, piazza Giureconsulti all’Aurelio. I binari taglieranno in due tutto il centro città, passando per via Nazionale, piazza Venezia, Corso Vittorio e Ponte Vittorio Emanuele. Poi, la tratta Vaticano, vedrà le rotaie passare (con deroga alle norme di salvaguardia) sotto il rinascimentale Passetto di Borgo – quello che il Papa usava nel Rinascimento per passare dal Vaticano a Castel Sant’Angelo e raccontato nel film Angeli e Demoni con Tom Hanks – fino a piazza Risorgimento. L’altra tratta, Aurelio, passerà davanti l’ospedale Santo Spirito in Sassia, la Galleria del Gianicolo, Porta Cavalleggeri e via Gregorio VII.
LA LISTA DI NO
Sin dall’inizio, dopo che il progetto è passato all’appalto senza essere mai esaminato in un pubblico dibattito, contro l’opera si sono schierati i residenti del Centro Storico, il mondo imprenditoriale con Confcommercio, Confesercenti, Botteghe Storiche, Commercianti di via Nazionale, Federmoda. Poi, anche sindacati dei vigli e tassisti e i moto club di Roma. Più il mondo accademico più serio: ingegneri di Roma, Torino, Milano; archeologi e storici, le bocciature sul progetto sono innumerevoli.
«Arrivati a questo punto, presenterò un’interrogazione urgente al sindaco Gualtieri, agli assessori alla Mobilità, Eugenio Patanè, all’Urbanistica, Maurizio Veloccia, al Turismo, Alessandro Onorato, e alle Attività produttive, Monica Lucarelli, sulla quantità di “no” al Tva. Sono settimane che leggiamo gli allarmi lanciati da numerosissime persone: possibile che siano tutti vittime di allucinazioni collettive? O magari l’opera ha davvero dei problemi?», si chiede ancora Quarzo che aggiunge: «Ad esempio, mi domando: la mancanza del dibattito pubblico previsto dalla legge potrebbe essere un elemento di impugnabilità dell’intero iter dell’opera la cui approvazione somiglia più al modello Luigi XIV con Versailles che a quello di una città in cui si celebra la partecipazione ai processi decisionali dei cittadini? Io credo che a questo punto, sia necessario un momento di pausa e di ascolto. Del resto, se le preoccupazioni dei cittadini e delle categorie produttive sono infondate, basterà poco per confutarle e convincere tutti della bontà del Tva. Se, invece, sono stati compiuti errori in fase di progettazione, siamo ancora in tempo ad evitarli».
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