Italia tra la paura e la consapevolezza, dopo il ko con l’Inghilterra guai a sbagliare. Ma Spalletti…

Il 3-1 incassato a Wembley in prospettiva cambia poco nelle chance azzurre di qualificarsi all’Europeo del prossimo anno. Con l’Inghilterra dominatrice del gruppo C e matematicamente promossa, se l’Italia sarà in Germania a difendere il titolo vinto nel 2021 si deciderà comunque a novembre, nelle ultime due partite: bisognerà assolutamente battere la Macedonia del Nord, il 17 a Roma, per poi affrontare l’Ucraina il 20, sul campo neutro di Leverkusen, avendo a disposizione due risultati utili su tre, grazie al vantaggio negli scontri diretti dopo il 2-1 ottenuto lo scorso settembre a Milano.

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Alla impegnativa trasferta inglese Luciano Spalletti aveva però conferito anche la dimensione del banco di prova, dell’esame sulla crescita qualitativa del gruppo. Premesso che raccogliere almeno un punto era l’obiettivo minimo, il commissario tecnico cercava soprattutto risposte al lavoro svolto a Coverciano e conferme alle sensazioni positive assaporate nel 4-0 contro Malta. Per capire se la sua Italia aveva nella testa e nelle gambe quella consapevolezza che – nelle intenzioni del tecnico – le avrebbe permesso di andare a Wembley «non per giocare la partita che capita, ma la partita che vogliamo».
Il tecnico sarà sicuramente rimasto soddisfatto del buon primo tempo, con la perla della rete di Scamacca, impattata dal rigore trasformato da Harry Kane, ma nell’arco di 45 minuti giocato alla pari con i padroni di casa. È stato nella ripresa che l’Inghilterra ha fatto la differenza, fisicamente e tecnicamente. Non appena qualche errore dovuto alla diminuita lucidità ha aperto uno spiraglio tra le linee azzurre, è emersa la classe immensa di giocatori come lo stesso Kane, ma pure di Jude Bellingham e Marcus Rashford. E, sommata al loro atletismo straripante, ha imposto al match un esito inevitabile. Del resto parliamo di leader in club come Bayern Monaco e Real Madrid, circondati da colleghi che militano in Premier League, unanimemente riconosciuto come il torneo europeo più «allenante», per dirla con Fabio Capello.
Ma nella notte di Wembley c’è stato anche del buono. A cominciare dalla prima rete azzurra del suddetto Scamacca, l’attaccante in prospettiva più spendibile e di maggior futuro di cui Spalletti dispone. E poi la dimostrazione di personalità di Udogie, 20 anni. Il difensore del Tottenham, benché gravato presto da un cartellino giallo (non per colpa sua, ma per un errore in appoggio di Frattesi) ha comunque mostrato di meritare la maglia. Promossi anche Berardi ed El Shaarawy.
Da ieri la strada verso Euro 2024 si è fatta un pò più in salita, non del tutto impraticabile. Ma bisogna superare la Macedonia. A settembre fu un sofferto 1-1 a Skopje ed altri incroci fanno capire che l’impegno va preso molto sul serio, a cominciare dalla sconfitta (0-1) maturata a Palermo il 24 marzo 2022, che costò all’Italia, allora di Roberto Mancini, la seconda consecutiva mancata qualificazione al Mondiale. Con una costante: nei quattro precedenti i macedoni hanno sempre realizzato almeno una rete.

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