Messina Denaro, si aggrava la posizione dell’autista Luppino: lo accompagnò a Palermo più di 50 volte

Nuove pesanti accuse all’autista di Matteo Messina Denaro, Giovanni Luppino, arrestato assieme al boss il 16 gennaio scorso, nei pressi della clinica La Maddalena di Palermo: l’uomo è ora imputato di associazione mafiosa davanti al Gup del tribunale, e non più solo di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, reati entrambi aggravati dall’agevolazione di Cosa nostra.

Secondo i nuovi elementi depositati dalla Dda di Palermo, Luppino avrebbe chiesto il pizzo ad alcuni imprenditori e avrebbe accompagnato il capomafia una cinquantina di volte alla casa di cura dove Messina Denaro si sottoponeva ai trattamenti chemioterapici. In più di un’occasione i due avrebbero dormito in città, partendo sempre dai covi del superlatitante, a Campobello di Mazara (Trapani).

La ricostruzione del pm Pierangelo Padova, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Guido, è stata resa possibile grazie alle testimonianze delle vittime delle estorsioni e dai tracciamenti dei cellulari di entrambi, con contestuale localizzazione. Il 16 gennaio, al momento della cattura, Luppino era stato sorpreso dai carabinieri del Ros con gli smartphone spenti e – prima dello spegnimento – messi in modalità aereo per non essere, appunto, «tracciato» durante gli spostamenti, in modo da non rendere individuabile la base di partenza.

L’udienza preliminare è stata rinviata al 24 novembre. Luppino aveva finora sostenuto la tesi – mai creduta – di una conoscenza occasionale e di un unico «passaggio» chiesto da Messina Denaro alle cinque del mattino per Palermo, quel 16 gennaio 2023, fatale per una latitanza durata trent’anni. Il superboss di Castelvetrano (Palermo) è morto della malattia che cercava di arginare con le cure, un tumore al colon, il 25 settembre scorso. scorso.

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