Caro-voli, Ryanair rilancia: sconti se si libera Ciampino. La low cost: meno limiti sulle rotte e taglio a tasse e tariffe
Ryanair torna ad alzare la posta in gioco con il governo sul caro-voli, in vista di quella che si annuncia come una nuova stangata di Natale per i viaggiatori. E così lancia il “ricatto” all’esecutivo: biglietti meno cari solo a fronte di una forte riduzione di tasse, balzelli e limiti di legge (in particolare per l’aeroporto di Ciampino).
Per Sardegna e Sicilia, secondo il Codacons, i prezzi tra il 23 novembre e il 23 dicembre prossimi possono salire fino al 1260%, superando i 300 euro a biglietto. Ieri al nuovo appuntamento del tavolo-voli al ministero delle Imprese, il padrone di casa Adolfo Urso ha invitato tutte le compagnie ad essere ragionevoli e non addurre scuse, aumentando al più presto voli e rotte anche per le isole e riducendo i prezzi. Questo a fronte di incentivi e sussidi record dati dagli aeroporti italiani (soprattutto medio-piccoli) alle compagnie aeree. Ben 340 milioni nel 2022, più del doppio del 2021 per l’Autorità di regolazione dei trasporti. Erano presenti al tavolo anche rappresentati di Ita Airways, Malta Air, Aeroitalia, Easyjet, Wizz Air, Neos, Sky Alps e Volotea, così come di Aeroporti 2030, con la direttrice generale Valentina Lener.
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I NUMERI IN CRESCITA
Secondo Assoeroporti, il numero di passeggeri negli aeroporti italiani è in forte aumento: oltre 21 milioni ad agosto di quest’anno (+3,7% sul 2019) e quasi 20 milioni a settembre (+4,8% sul 2019), oltre i livelli pre-pandemici di un 2019 che fu da record per il settore. Per l’Enav sta crescendo anche il traffico aereo, che nei primi mesi dell’anno ha registrato un aumento dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2022 e del 4% rispetto al 2019. Non solo: gli ultimi risultati positivi quanto a profitti dei vettori sono arrivati a fronte di costi del carburante ancora alti, ma nel 2023 in calo anche del 45% su un anno fa, con le riserve pagate a prezzi record che si stanno esaurendo. E i bilanci parlano di prezzi finali più alti di molte voci di costo a carico delle società. Ryanair ha posto varie condizioni per avere più rotte e maggiori investimenti, con biglietti meno cari da e verso le isole: meno tasse (con lo stop all’addizionale comunale sui diritti d’imbarco), riduzione anche del 50% delle tariffe imposte dall’Enav per la gestione del traffico aereo e stop al tetto sulle ore di volo massime per ogni compagnia, soprattutto nello scalo di Ciampino, vicino Roma (dove è di tre voli all’ora).
E ancora: eliminare la soglia minima dei 50 euro di biglietto per far partire gli sconti fino al 50% della Regione Sicilia sui collegamenti con Roma e Milano per i residenti siciliani più vulnerabili.
Secondo il direttore commerciale di Ryanair, Jason McGuinness, «l’Italia non ha un problema di tariffe, ma di mancanza di posti. Non c’entra l’algoritmo per la definizione dei prezzi: il Paese non è competitivo». Da qui la promessa: se c’è l’ok alle condizioni poste prezzi più bassi e retromarcia sui tagli annunciati alle rotte per le isole nel 2024. Cioè l’incremento di 5 milioni di posti su quei voli, raddoppiando gli aerei da 12 a 24.
LE INDAGINI IN CORSO
Le condizioni per ora sono ritenute irricevibili da Urso, ma la linea è quella della moral suasion. Della serie: mostrate buona volontà su prezzi e tratte e poi ne parliamo. In ogni caso il ministro ha ricordato che l’Antitrust ha messo nel mirino Ryanair assieme a easyJet, Wizz Air e Ita per i costi record del Natale 2022, e a fine anno potrebbero scattare multe anche milionarie. Non solo: con i nuovi poteri garantiti dal decreto Asset è stata avviata dall’Agcm un’indagine sugli algoritmi gonfia-prezzi e l’autorità può imporre interventi correttivi (Ita ha però già fornito chiarimenti). Sulle tariffe dei biglietti di quest’estate sta infine approfondendo la Commissione Ue. Insoddisfatte le associazioni dei consumatori. Antitrust e Unione nazionale dei consumatori ritengono insufficienti le mosse del governo. La richiesta è fermare gli aumenti di Natale, anche con un intervento legislativo urgente che consideri in ogni circostanza una pratica commerciale scorretta variare il prezzo in base alla profilazione web dell’utente.
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