Gino Cecchettin a “Che tempo che fa”: «Voglio fondare un’associazione per Giulia. I maschi dicano “ti amo” alle compagne»

«Mi impegnerò in questa battaglia. Voglio fondare un’associazione come mi hanno consigliato», così Gino Cecchettin a Che Tempo Che Fa. «Come padre mi sono domandato dove ho sbagliato io», ha proseguito. Quello che l’ha capito «Un profondo dolore, per cercare di capire le cause che mi hanno fatto vivere questa tragedia». A Fazio poi ha dichiarato: «Voglio cercare di dare un aiuto a chi ha la possibilità di salvarsi. Combatto una battaglia di cui non ero a conoscenza. Quando leggevo di femminicidi, mi dispiacevo per i familiari ma poi cambiavo pagina. Avendo subito un altro lutto (ndr, quello della moglie Monica) ho imparato a ragionare».

Racconta poi un episodio legato alla moglie. «Durante gli ultimi giorni di malattia, mia moglie era affranta.

Si è scusata con me: “Scusami perché non sapevo che mi sarei ammalata”». Cambia il rapporto con gli altri. «Ho iniziato a dire più spesso “ti amo” a chi avevo accanto».

Il patriarcato

«Il patriarcato significa che c’è un concetto di possesso e forse è quello il cuore della faccenda: la donna vista come proprietà di qualcuno. Utilizziamo oggi espressioni come ‘la mia donnà. Sembra innocua, ma non è così. Anche nel quotidiano dobbiamo iniziare a cambiare il modo di intraprendere una visione della società».

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L’ingegnere è intervenuto a pochi giorni dal funerale della figlia Giulia, che si è tenuto lo scorso 5 dicembre a Padova davanti a una folla di migliaia di persone.

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Il ricordo di Giulia

«Ho avuto un processo di cambiamento. Ho iniziato a piangere per Giulia già da domenica perché un padre certe le cose le sente, e ti viene quasi normale provare rabbia e odia. Io ho detto ‘voglio essere come Giulià, ho concentrato tutto il mio cuore e la mia forza su di lei, sono riuscito ad azzerare l’odio e la rabbia». Ad affermarlo è Gino Cecchettin, il padre di Giulia, la 22enne che è stata uccisa a coltellate dall’ex Filippo Turetta intervistato da Fabio Fazio a ‘Che Tempo che fà. «Mi sono chiesto come… Però ancora oggi vedo con questo ragionamento che può sembrare troppo razionale, ma alla fine è molto umano, io voglio amare, non voglio odiare, comunque l’odio ti porta via l’energia», sottolinea il padre di Giulia Cecchettin.

L’associazione

«Mi impegnerò in questa battaglia. Voglio fondare un’associazione come mi hanno consigliato».

Il ringraziamento

«L’associazione Penelope mi ha dato supporto quando Giulia è scomparsa. Un’associazione creata da Gildo Claps. Devo ringraziarli».

Il messaggio

A fine trasmissione un messaggio a tutti i maschi: «Dite “vi amo”, non “ti voglio bene”». 

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