Rossella e Alfredo, un tentato suicidio già in edicola. Ma restano tanti i rebus

Rossella Cominotti e Alfredo Zenucchi parlavano di morte da almeno un mese. E avevano già provato a uccidersi, a fine novembre, proprio in quell’edicola acquistata a inizio del 2023 che potrebbe avere un ruolo fondamentale negli ultimi mesi della coppia. Ci sono ancora tanti elementi che non tornano nella storia della morte della donna, uccisa con una lama da barba dal marito Alfredo Zenucchi nella camera dell’Antica locanda Luigina di Mattarana, nello spezzino. Le poche cose emerse finora sono su quel foglio scritto a mano, con calligrafia apparentemente femminile, ritrovato dai carabinieri nella stanza occupata dalla coppia. La lettera era a poca distanza dal corpo senza vita di Rossella, che Alfredo ha vegliato per 36 ore prima di scappare via perché non era riuscito ad uccidersi anche lui. “Il nostro amore sarà eterno. Abbiamo fatto questa scelta che nessuno forse potrà capire” si legge sul foglio firmato da entrambi i coniugi e dove sembrerebbe chiara la volontà di andarsene insieme. Ma quelle parole non convincono la cugina di Rossella, Nicoletta Belletti che chiede di “vedere la lettera”: «Conosco la sua scrittura e so come si esprimeva. Lei era solare, impossibile che pensasse al suicidio» scrive sui social la donna insinuando più di un dubbio e sottolineando che il marito «invece era sgradevole».

Su quella lettera ci sarà una perizia calligrafica e gli inquirenti dovranno leggere tra le righe di quella missiva, che racconta una storia partendo dalla fine. Tanto che ci sono anche le disposizioni post mortem: niente funerale ma solo la cremazione per entrambi. La fine doveva però essere per due e invece sarà solo per uno, per Rossella. Perché Zenucchi, che ora si trova nel carcere di Massa Carrara con l’accusa di omicidio volontario, non è riuscito a morire. L’assassino di Rossella ha una lunga storia di tossicodipendenza alle spalle, almeno fino al 2011 quando entra in una comunità prima a Bergamo poi a Cremona. Ne esce nel 2016 ma non del tutto, tanto che nella stanza d’albergo sono state trovare siringhe e eroina. «L’ho trovato senza reattività – ha detto l’avvocato Alberto Rimmaudo, che l’è andato a trovare in carcere – Si trova qui perché non è riuscito a uccidersi». Secondo il legale l’uomo «vorrebbe che tutto questo facesse il suo corso, senza lottare. E’ arrabbiato con se stesso per non aver portato a termine i suoi intenti». Zenucchi parla ma non spiega e bisognerà capire se durante l’udienza di convalida davanti al gip Dario Berrino deciderà di chiarire i punti che non tornano. Cosa è successo dunque? Perché quella vacanza mortale? Probabilmente, la verità sta nelle parole non dette. Come quelle che l’uomo avrebbe prima fatto mettere a verbale nel primo interrogatorio e che poi da quel verbale sono sparite per sua esplicita richiesta: «Siamo rimasti profondamente delusi da alcune persone che ci hanno pugnalato alle spalle». Così delusi da rendersi conto che il futuro era cancellato. Che erano arrivati tutti e due, insieme, al capolinea. Si riferivano all’edicola, acquistata senza alcuna verifica all’inizio 2023 che si è poi rivelata un pessimo affare? Probabilmente, saranno le parole non dette a dare senso a una storia che senso non ha.

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