Antonio Ricci a Pier Silvio Berlusconi: “Se mi mollasse le Reti farei una rivoluzione… Lo manderei in rovina”. Poi sulla sifda serale con Amadeus: “Animale autoironico”

Antonio Ricci racconta, provoca, prevede, ragiona. L’inventore di Striscia la notizia e di tanti altri grandi programmi di successo della tv italiana, dalle pagine del quotidiano “Italia Oggi” fa un appello a Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente e amministratore delegato di Mediaset: “Una volta Mediaset aveva i grandi varietà. Ora il sabato sera spetta alla De Filippi. Ecco, mi piacerebbe provare con i grandi varietà, e poi butterei un occhio sulle fiction, anche se Mediaset preferisce avere le serie turche che costano poco e fanno buoni ascolti. Ma lo so, per i varietà e le fiction ci vogliono un sacco di soldi, e l’offerta Rai, grazie anche alle ricche risorse che arrivano dal canone, stronca qualunque avversario. Bisogna sempre cercare di fare meglio e gli ostacoli sono opportunità da non perdere”.

Se Pier Silvio Berlusconi mi mollasse tutte le tre reti per sei mesi, io farei una rivoluzione, con programmi completamente diversi”, aggiunge Ricci con una certezza: “Lo manderei in rovina. In realtà quello che vediamo su Canale 5, Rete 4 o Italia 1 non mi sento di criticarlo, perché so che risponde a un progetto con i piedi per terra. Magari da fuori non si capisce, ma a Mediaset non si cappotta, i conti tornano. Ed è quello che conta in un’azienda privata. Anche se io sono convinto che si possa fare meglio. E stanno lavorando per fare meglio. Ma è complicato confrontarsi con la Rai, che ha una ricchezza di offerta spropositata. E sapere che tutto questo bendidio lo pagano coi nostri soldi pubblici qualche problema dovrebbe porlo”.

Nell’intervista rilasciata al giornalista Claudio Plazzotta si sofferma anche sui suoi rapporti con Mediaset: “Io non ho un contratto in esclusiva. Qui, però, devo dire che ho ricevuto tutto quello che volevo in tema di libertà. Non abbiamo mai avuto condizionamenti di nessun genere. Non so se da altre parti si potrebbe replicare questo modello. Pier Silvio vuole affrancarsi dal papà? Beh, però diciamolo chiaramente: è già da 20 anni che Pier Silvio fa la sua Mediaset. Le scelte sono sue da tempo, e se noi siamo qui è perché ci ha scelti lui. Le influenze del papà, in sincerità, non le abbiamo viste negli ultimi 20 anni”.

Sottolinea i meriti televisivi di “Striscia la notizia“: “Noi diamo stabilità alla prima serata e diamo uno zoccolo di pubblico giovane determinante. È chiaro che ci aspettavamo delle prime serate più ficcanti da parte di Canale 5. Però so bene che non è facile. (…) Noi a Striscia sperimentiamo. Gli altri, invece, vanno tutti sul sicuro. Ci piace osare, dare spazio a volti nuovi, lo faccio dai tempi del Drive In. (…) Facciamo molto servizio pubblico, in generale. Con Marco Camisani Calzolari e tutto il deep fake, è vero, promuoviamo l’alfabetizzazione digitale da molti anni, ed è incredibile che non lo facciano altri. D’altronde, in 35 anni di vita di Striscia, abbiamo cavalcato tutte le tecnologie per ricevere le segnalazioni dai telespettatori”.

Il tg satirico ottiene però ascolti non più esaltanti, tra il 15-16% di share: “Sei giorni su sette siamo la trasmissione più vista delle tre reti. Striscia continua a essere fortissima sul target commerciale, è un programma ideale per gli investitori. E ci sono le code di investitori per pianificare dentro Striscia, una trasmissione peraltro già clippizzata, da fruire su più piattaforme. La nostra replica di notte fa più ascolti di tantissime trasmissioni in prime time”. Il programma deve sfidare Amadeus, re dell’access prime time da qualche anno prima con “I Soliti Ignoti” e ora con “Affari Tuoi”, finito al centro del telemercato: “Obiettivamente le canzoni scelte da Amadeus ai Festival di Sanremo che ha condotto hanno un perché, funzionano. In altri Festival vincevano canzoni che poi sparivano. Lui ha messo insieme una proposta valida. Ci sa fare. E poi è un animale autoironico, non si indispettisce mai, cosa che invece ci farebbe gioire. Inoltre può contare su un parterre di giornalisti che a Sanremo non dà mai fastidio, pena l’estromissione dal cerchio magico”.

Merlino e Berlinguer sono esperimenti che si possono e devono fare, nessun innesto può essere indolore, bisogna abituarsi. Ma non sono novità che cambiano il senso delle reti”, aggiunge il papà di Striscia la Notizia che si sofferma anche sull’uscita dal Biscione di Barbara D’Urso: “La conosco da quando faceva Stryx nel 1978 con Enzo Trapani. Secondo me lei è una risorsa, sa fare tutto, tocca tutti i registri. Non so cosa sia successo. Mi aveva promesso che a gennaio avrebbe vuotato il sacco, ma non lo ha fatto. Però qualcosa deve essere successo”.

Parole al miele anche per Bonolis e Scotti, volti di punta di Canale 5: “Di Bonolis mi vengono comunque in mente Bim Bum Bam e Ciao Darwin. Gerry Scotti, invece, è il presentatore che tutte le tv vorrebbero avere, non si nega, lui fa quello che gli chiedi, e te lo porta sempre a casa. Poi è chiaro che non tutte possono essere trasmissioni di punta. Ma, lo dico chiaramente, io quando sono in difficoltà lo chiamo. E poi confesso un segreto: le voci dei filmati di Paperissima non sono state registrate quando lui, tanti anni fa, conduceva Paperissima. No. Lui viene adesso a registrare, sono attuali, non è repertorio”, ha concluso Ricci.

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